Economia

Pnrr, ritardi e preoccupazioni Fitto: “La terza rata arriverà”

di Ivano Tolettini -

RAFFAELE FITTO MINISTRO AFFARI EUROPEI


Entro fine aprile scadono i due mesi di proroga che la Commissione europea ha concesso all’Italia per definire i 55 obiettivi che le consentono di ricevere i 19 miliardi di euro della terza rata del “Piano nazionale di ripresa e resilienza” . Ci sono ritardi, ma la soluzione ci sarà ad ore. Il problema dell’Italia è la capacità di spesa dei finanziamenti pubblici. Il Pnrr non fa eccezione. Il governo Meloni, per bocca del ministro delegato Raffaele Fitto, ieri fa sapere nell’informativa al Senato e alla Camera che “l’obiettivo è quello di spendere tutti i soldi” di questo fondamentale progetto di rilancio del Paese, anche se bisogna cambiare marcia. In due anni, era il 5 maggio 2021 quando il testo da 235 miliardi tra risorse europee e nazionali, inviato alla Commissione europea, venne pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio col titolo “Italia domani”, finora sono stati spesi solo 10 miliardi di euro, ma entro il 2026 ne dovrebbero essere spesi oltre 210. Ce la faremo con questo ritmo, visto che il tallone d’Achille è la cronica ridotta capacità di spesa della Pubblica amministrazione?

3ª RATA E DPCM

“La prima grande questione è il raggiungimento dei 55 obiettivi – afferma in aula Fitto – per la terza rata del Pnrr”. L’esecutivo al suo insediamento ha trovato 25 obiettivi raggiunti in vista della scadenza del dicembre 2022, e nei mesi successivi c’è stato un lavoro intenso sugli altri 30”. Quindi è cominciato il confronto serrato con la Commissione per delineare gli obiettivi smussando i punti critici. Dopo avere osservato che il “governo non sta sfasciando nulla, ma vuole migliorare il piano”, Fitto ha ribadito che, come annunciato in precedenza, gli stadi di Firenze e di Venezia saranno espunti perché incompatibili con le caratteristiche del piano. Sul punto il ministro ha spiegato che ha incontrato i sindaci Nardella e Brugnaro “anche perché dal precedente esecutivo i due interventi erano stati considerati un obiettivo raggiunto”. Il ministro riferendo sulle critiche rivolte al governo per avere messo mano alla governance che ha comportato ritardi, sottolinea che ieri mattina “è stato completato l’iter del Dpcm che dà attuazione al decreto sulla governance”. All’orizzonte, intanto, c’è la prossima rata da altri 16 miliardi che scadrà il prossimo mese di giugno con ritardi che a questo punto appare difficile colmare. Se Fitto dice che “non è il caso di fare allarmismi” e che si sta lavorando celermente per rimodulare i 27 obiettivi, il governo cercherà di patteggiare con l’Europa il cambiamento di alcuni di essi, la rinuncia di altri e indirizzate i finanziamenti di Bruxelles su obiettivi conseguibili. Tra i ritardi per giugno ci sono gli asili nido e l’idrogeno. Sui primi Fitto analizza le modifiche al piano “che aiuta a spiegare l’importante differenza tra i progetti in essere (quelli che esistevano già prima del Pnrr) e i nuovi progetti. Con i ritardi accumulati finora, sugli asili nido si è messo in discussione l’affidamento di tutti i lavori entro giugno 2023”. Il ministro aggiunge che “eppure ci sono Comuni che hanno la capacità di effettuare gli interventi in tempo e altri che non ce l’hanno”. Ecco spiegato perché per il governo bisognerebbe “modificare la scadenza intermedia del 30 giugno per l’affidamento dei lavori per consentire di raggiungere l’obiettivo finale” dell’utilizzo degli asili per dicembre 2025. Pare certo che le modifiche al piano inizialmente definite pronte il 30 aprile in realtà arriveranno per l’estate. “Il programma del Pnrr è soggetto a una revisione costante – insiste Fitto – per raggiungere gli obiettivi finali”. Egli aggiunge che “indispensabile parlare fin d’ora degli obiettivi che entro giugno 2026 non saranno realizzati”, senza però citarli.

ENTI E REAZIONI

Il governo oltre a chiedere agli enti locali di assumersi la responsabilità degli interventi da completare entro giugno 2026 e in caso di ritardo di prendersi la colpa, fa sapere che con i ministeri e le parti interessati sta analizzando l’effettivo avanzamento degli interventi quando mancano tre anni e due mesi alla conclusione del programma. “Oggi possiamo comprendere quali interventi non possono essere realizzati o rimodulati – spiega Fitto -, mentre per il futuro non potrà essere fatto”. Se a maggio arriverà la prima relazione semestrale del governo sul Pnrr, la maggioranza appare compatta. Al capogruppo della Lega, Massimiliano
Romeo, che sottolinea “non è conveniente fare un’opposizione, perché il piano è stato messo in atto in modo sbrigativo dal governo giallo-rosso”, replica Alessandro Alfieri del Pd: “Non possiamo sprecare i 190 miliardi che abbiamo conquistato in Europa”.

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