Il Sì dei socialisti. Presentato in Senato il Comitato Giuliano Vassalli
È un nome decisamente impegnativo quello scelto dalla comunità socialista per il comitato per il Sì in vista del referendum sulla riforma della giustizia. Il Comitato Giuliano Vassalli richiama infatti una figura importante della storia del Psi, dell’evoluzione del sistema italiano della giustizia e del garantismo. Non solo, perché la riforma della giustizia che sarà sottoposta alla consultazione popolare si pone perfettamente in scia con il passaggio epocale dal processo inquisitorio a quello accusatorio. È forse l’ultimo tassello per sugellare quanto previsto dal Codice di procedura penale italiano del 1989. Quello che porta proprio il nome di Vassalli, all’epoca titolare del ministero di Grazia e Giustizia, come allora si chiamava il dicastero di via Arenula. Fu proprio quella riforma a stabilire la terzietà del giudice rispetto ad accusa e difesa, poste sul medesimo piano.
Dalla riforma di Vassalli a quella della Giustizia
Ecco perché la separazione delle carriere di giudici e pm è il corollario a livello costituzionale di un impianto che giunge da lontano. Un modello che nessuno osa mettere in discussione. Eppure, paradossalmente, ci si oppone alla costituzionalizzazione di questo principio prevista dalla riforma della giustizia. Lo ha ben spiegato Stefania Craxi in occasione della presentazione del comitato che si è svolta ieri in Senato. Il Sì al referendum è un modo “per portare a compimento un percorso che proprio Vasalli e il Partito socialista di Bettino Craxi avevano intrapresero alla fine del secolo scorso”, ha spiegato la senatrice e presidente della commissione Affari esteri e Difesa a Palazzo Madama. E su chi, in particolare nel Pd, si considera aderente al riformismo ma si è schierato contro la nuova legge costituzionale il suo commento è netto: “Non credo che si possa dirsi riformisti se non si appoggia questa riforma”.
Riformismo e socialista alla base del Comitato Giuliano Vassalli
D’altronde riformismo fa rima con socialismo e non solo da un punto di vista lessicale, ma da quello della cultura politica. Non è dunque un caso, ma una scelta chiara e ponderata, se i principali promotori del Comitato Giuliano Vassalli sono stati tutti esponenti del Partito socialista italiano. Da Claudio Signorile a Fabrizio Cicchitto, da Salvo Andò a Giampaolo Sodano. Proprio l’ex ministro e parlamentare Signorile, nel corso della presentazione del comitato, ha tenuto però a precisare che schierarsi da una parte o dall’altra del referendum “non si tratta di una scelta di appartenenza ma di civiltà”. Lo capiranno i troppi che si sono schierati solo per opportunità politica contro la riforma?
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