Primo Piano

PRIMA PAGINA – La strettoia di Draghi e la sfida con von der Leyen

di Adolfo Spezzaferro -


Se in Cina sta per iniziare l’anno del drago verde, in Europa potrebbe scattare l’anno del draghino, ossia Mario Draghi. A sentire, anzi a leggere il Financial Times, SuperMario sarebbe perfetto come presidente del Consiglio europeo, anche sel’ex presidente della Bce ed ex premier non aspira certo a fare il tappabuchi. Ma andiamo per ordine. Il recente annuncio della candidatura di Charles Michel alle Europee e delle sue dimissioni anticipate dalla carica di presidente del Consiglio Ue ha dato il via alle trattative sugli incarichi di vertice a Bruxelles, dove appunto Draghi viene indicato da diversi funzionari e diplomatici europei come il successore ideale. Se eletto in Belgio, Michel si insedierà al Parlamento europeo a luglio, ben prima della scadenza del suo mandato, prevista per novembre. In realtà, per i tecnocrati Ue come suo successore andrebbe bene chiunque, l’importante è che a ricoprire l’incarico non sia il designato ufficiale, ossia il premier ungherese euroscettico Viktor Orban. Sì, perché con la presidenza di turno del Consiglio Ue dell’Ungheria a luglio, a Orban spetta la poltrona di Michel come da regolamento. In tal senso, scomodare Draghi per una presidenza ad interim non sarebbe proprio il massimo e in ogni caso un’offerta sgradita per l’ex governatore dell’Eurotower. E allora perché il Ft, voce autorevole della finanza globale, tira in ballo proprio Mr. Whatever it takes? Perché è una figura di alto profilo, che metterebbe d’accordo tutti. Ma soprattutto perché con l’endorsement a SuperMario il foglio britannico lancia un messaggio forte e chiaro: la Ue trovi la quadra per impedire che Orban diventi presidente del Consiglio Ue. Il problema si pone perché il premier ungherese non è affatto gradito da gran parte dei membri Ue e viceversa. Ciò basta per ritenere che tale scenario non si materializzi, anche per via della posizione dell’Ungheria contraria alle sanzioni contro la Russia e all’invio di armi a Kiev.
Il punto è che a queste condizioni – ricoprire l’incarico ad interim – non è facile trovare una figura di peso che possa mettere tutti d’accordo. In tal senso, è difficile prevedere la sequenza delle trattative e delle successive intese sugli incarichi di vertice dell’Ue, legati anche all’esito delle elezioni di giugno, sottolineano le fonti citate dal quotidiano economico britannico. Altri nomi considerati possibili per la carica includono gli attuali primi ministri spagnolo Pedro Sánchez e danese Mette Frederiksen. Ma a differenza di Draghi, entrambi i leader sono affiliati ai grandi partiti politici europei, un fattore importante nelle nomine nell’Ue.

Draghi punta alla presidenza della Commissione Ue

Draghi, dal canto suo, torna comunque sulla scena europea. Dopo che il Parlamento gli ha sbarrato la salita per il Quirinale, SuperMario punta a ben altra poltrona Ue: quella a cui è arpionata Ursula von der Leyen, che non fa di certo mistero di voler fare un secondo giro da presidente della Commissione Ue. Se da un lato però Draghi è riconosciuto all’unanimità come il salvatore dell’euro, dall’altro le sue posizioni in politica economica e fiscale non sono proprio gradite alla Germania. Se alla fine SuperMario dovesse farcela, sarebbe il dream ticket tricolore che darebbe lustro e potere all’Italia: un’Europa a trazione Draghi-Meloni. Intanto oggi l’ex premier incontrerà a Milano i componenti dell’European round table (Ert) for Industry, un forum con sede a Bruxelles che riunisce amministratori delegati e presidenti di circa 60 tra le maggiori aziende europee del settore industriale e tecnologico “che condividono i valori di libertà, tolleranza, uguaglianza e apertura”, come si legge sul sito. L’incontro si terrà nella sede meneghina della Banca d’Italia e rientra nel lavoro preparatorio del Rapporto sulla competitività che Draghi curerà su incarico della von der Leyen. Massimo riserbo sulla lista dei partecipanti – per l’Italia fanno parte dell’Ert Rodolfo De Benedetti di Cir, Claudio Descalzi di Eni, Gianfelice Rocca di Techint, ma non si sa se parteciperanno.


Torna alle notizie in home