PRIMO PIANO – Il dramma invisibile dei bambini scomparsi
Angela Celentano, aveva tre anni quanto scomparve nel 1996, mentre era in gita con la sua famiglia sul Monte Faito, in provincia di Napoli. Denise Pipitone di anni ne aveva quasi quattro nel 2004, quando sparì dalle strade di Mazara del Vallo. Maddie McCann aveva tre anni nel 2007 quando non fu più trovata nel suo lettino dai genitori, in vacanza in Portogallo. Della piccola Kataleya Chicllo Alvarez non si hanno più notizie da due anni, quando scomparve da un albergo degradato ed occupato abusivamente a Firenze. E come non ricordare Emanuela Orlandi, la cittadina del Vaticano e la romana Mirella Gregori, entrambe quindicenni, scomparse da ormai 42 anni.
Casi di sparizioni – che hanno tenuto banco per anni e che ancora oggi tornano alla ribalta – che sono solo la punta di un enorme iceberg, come peraltro è facile constatare dai continui appelli che compaiono sui social media e nelle trasmissioni televisive dedicate, dove vengono diffuse le immagini dei tantissimi giovani che non hanno più fatto ritorno a casa.
Bambini scomparsi: i numeri preoccupanti
Il fenomeno dei minori scomparsi ha assunto numeri decisamente molto preoccupanti, come dimostrano i dati internazionali e quelli relativi all’Italia raccolti da Telefono Azzurro nel dossier “Bambini Invisibili”, frutto del presidio costante di questa associazione connessa con il network europeo di Missing Children Europe. Dalla relazione del 2024 del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse emerge che, nel primo semestre del 2024, il fenomeno in Italia ha riguardato in modo preponderante i minori che, con 8.143 casi di scomparsa denunciati, rappresentano quasi il 70% delle denunce totali. Le denunce relative ai minori sono suddivise in 2.370 casi riferiti a cittadini italiani e 5.773 a cittadini stranieri. Si tratta di bambini tra 0 e 10 anni per il 12,9%, tra gli 11 e 14 anni per il 16,7% e, soprattutto, di adolescenti fra i 15 ed i 18 anni. Ed anche nei primi mesi del 2025 sono stati più di 5.000 i bambini scomparsi.
Ma quali sono le cause di questo fenomeno? Nei casi di fuga, la stragrande maggioranza delle scomparse, bambini e adolescenti decidono volontariamente di lasciare l’abitazione familiare, l’istituto o la comunità a cui sono affidati all’insaputa dei soggetti responsabili della loro cura. I minori scappano da abusi, malattie mentali o dipendenze dei genitori, tensioni o cambiamenti nelle dinamiche familiari. Vi è poi la sottrazione di minore, la condotta di chi sottrae un bambino – allontanandolo dal luogo di residenza abituale e trattenendolo con sé – senza il consenso dell’altro genitore. Con l’aumento di matrimoni e unioni miste e di separazioni e divorzi, è aumentato anche il numero di casi di bambini – in genere di età inferiore ai 10 anni – che vengono sottratti e portati in un altro paese, precludendo così ogni rapporto con l’altro genitore e sradicandoli totalmente dal loro mondo di affetti.
Particolare attenzione è da dedicare ai minori stranieri non accompagnati, soggetti particolarmente vulnerabili che, allontanandosi dai centri di accoglienza, sono esposti a sfruttamento, violenza e arruolamento in organizzazioni criminali. Infine c’è l’aberrante tratta dei minori: le sue finalità possono includere lo sfruttamento sessuale, il lavoro o il matrimonio forzato, l’accattonaggio o il coinvolgimento in attività criminali. A livello internazionale, nel 2024, il National Center for Missing & Exploited Children, attivo in 32 paesi europei (NCMEC) ha gestito quasi 30.000 casi di bambini scomparsi. La maggior parte delle segnalazioni ha riguardato minori fuggiti da casa, una categoria estremamente vulnerabile esposta a rischi quali abusi fisici, tratta sessuale, senzatetto e consumo di sostanze.
Casi di sparizione: cosa fare
Quali gli interventi possibili? Attivare sistemi di registrazione anagrafica digitale per i minori privi di documenti, potenziare l’uso di tecnologie come geolocalizzazione, AI e sistemi di allerta rapida per facilitare il ritrovamento, rafforzare la cooperazione internazionale per identificare reti di tratta di minori con particolare attenzione ai bambini migranti non accompagnati, attivarsi immediatamente contattando il 116000 e le forze dell’ordine in caso di scomparsa. Dal 2009 è infatti in funzione il numero 116.000, Numero Unico Europeo per i Minori Scomparsi, gestito da Telefono Azzurro, su incarico del Ministero dell’Interno. La chiamata è gratuita, accessibile sia da telefono fisso che mobile, disponibile anche tramite email e sito web, multilingue e attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Ma prevenire è sicuramente la strada migliore e, dato che la stragrande maggioranza degli allontanamenti prende origine da malesseri familiari, un ruolo decisivo lo possono avere i genitori o gli altri soggetti che si prendono cura del minore. È importante instaurare un dialogo aperto con i ragazzi promuovendo un clima di fiducia e comprensione, monitorando con discrezione le loro frequentazioni e l’attività online, cercando di cogliere eventuali cambiamenti comportamentali e – in situazioni di separazioni o conflitti coniugali – è fondamentale evitare il loro coinvolgimento e garantire la frequentazione con entrambi i genitori. In Italia ogni settimana due minori spariscono per sempre. È straziante pensare che le loro famiglie siano condannate a vivere con un dolore senza fine. Ogni storia spezzata merita ascolto e giustizia, nessun bambino dovrebbe più svanire nel silenzio e nell’indifferenza.
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