Esteri

Rafah, si stringono i tempi per l’attacco di Israele

di Ernesto Ferrante -


Il governo giamaicano ha annunciato la decisione di riconoscere lo Stato di Palestina e ha ribadito il suo sostegno alla soluzione dei due Stati come “l’unica opzione praticabile” per porre fine al conflitto. “La Giamaica continua a sostenere la soluzione dei due Stati come l’unica opzione praticabile per risolvere il conflitto di lunga data, garantire la sicurezza di Israele e rispettare la dignità e i diritti dei palestinesi”, ha affermato il ministro degli Esteri giamaicano, Kamina Johnson Smith. “Con il riconoscimento dello Stato di Palestina, ha sottolineato Smith, la Giamaica rafforza la sua difesa di una soluzione pacifica”. Il ministro ha aggiunto che “ciò è in linea con il fermo impegno della Giamaica nei confronti dei principi della Carta delle Nazioni Unite, che cerca di generare reciprocità rispetto e la convivenza pacifica tra gli Stati, riconoscendo il diritto dei popoli all’autodeterminazione”.
L’operazione di terra delle Forze di difesa di Israele (Idf) a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, “inizierà molto presto”. A riportarlo è l’emittente israeliana “Kan”, citando due funzionari statunitensi, secondo cui le Idf avrebbero presentato un piano che prevede nelle prossime quattro o cinque settimane l’evacuazione dalle tendopoli allestite dalle organizzazioni umanitarie internazionali.
Il capo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ed il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, si sono recati al Cairo per discutere con il numero uno dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel, ed il capo di Stato maggiore, Osama Askar, dell’attacco alla città. Nel corso dei colloqui, si è parlato anche della questione degli ostaggi.
Il sito israeliano “Walla” fa notare come uno stretto coordinamento militare e politico con l’Egitto sia una delle condizioni fondamentali per l’avvio di un’azione militare, soprattutto alla luce dell’intenzione di Tel Aviv di assicurarsi il controllo dell’Asse Filadelfia, che è adiacente al confine tra l’enclave palestinese e l’Egitto.
Gli alti funzionari egiziani hanno chiarito che uno scenario del genere porterebbe a una rottura nelle relazioni con lo Stato ebraico e potrebbe addirittura mettere in pericolo l’accordo di pace tra i due Paesi.


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