Cronaca

Roberto Calvi, il banchiere di Dio trovato impiccato sotto un ponte di Londra: mistero irrisolto della Repubblica 18/06/1982

Dalla caduta del Banco Ambrosiano ai legami con la P2, lo IOR e la mafia: a 43 anni dalla morte di Roberto Calvi, il caso resta avvolto nel mistero

di Michel Emi Maritato -


Il corpo di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, viene ritrovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri, in una zona isolata lungo il Tamigi, a Londra.

È l’alba di uno degli enigmi più oscuri della storia della Repubblica Italiana. Calvi, soprannominato “il banchiere di Dio” per i suoi rapporti con lo IOR (l’Istituto per le Opere di Religione), era scomparso da Roma da diversi giorni, in fuga da uno scandalo finanziario che minacciava di travolgere politica, Vaticano, logge massoniche e criminalità organizzata.

Roberto Calvi era in quel momento l’uomo più ricercato d’Italia. Il Banco Ambrosiano, da lui guidato, stava crollando sotto il peso di buchi miliardari e conti esteri opachi, molti dei quali riconducibili a fondi vaticani e a operazioni mascherate in Sud America. Solo pochi giorni prima, Calvi era stato condannato in primo grado per esportazione illegale di capitali.

Fuggito dall’Italia con passaporto falso, aveva trovato rifugio a Londra. Pochi giorni dopo, il suo corpo fu trovato impiccato a un’impalcatura sotto il Blackfriars Bridge, con tasche piene di mattoni e denaro in diverse valute.

L’immagine evocativa – frati neri, impiccagione rituale – ha alimentato subito sospetti di un delitto simbolico. Per anni la morte di Calvi fu classificata come suicidio, ma le incongruenze erano troppe.

Nel 2002, grazie a una nuova perizia, fu riaperta l’indagine: omicidio volontario. Nel 2005 vennero rinviati a giudizio vari soggetti legati alla mafia siciliana e alla massoneria, tra cui Licio Gelli, capo della loggia P2, e Flavio Carboni, faccendiere vicino agli ambienti vaticani e bancari.

Nel 2007, però, tutti gli imputati furono assolti per insufficienza di prove. Il movente più accreditato resta quello del “silenzio necessario”: Calvi sapeva troppo su operazioni illecite che coinvolgevano la mafia, la P2 e lo IOR, e qualcuno decise che doveva essere eliminato.

Calvi era membro della loggia massonica Propaganda Due (P2), e intratteneva rapporti diretti con il Vaticano. In particolare, il suo braccio operativo era monsignor Paul Marcinkus, allora a capo dello IOR, con cui gestiva fondi destinati (ufficialmente) ad opere caritatevoli e missionarie, ma spesso usati per operazioni speculative o per finanziare movimenti anticomunisti in America Latina.

Secondo alcune inchieste giornalistiche e parlamentari, parte del denaro sparito dal Banco Ambrosiano avrebbe finanziato anche operazioni coperte della CIA e di servizi segreti deviati, in un intreccio tra finanza, fede e potere che solo la morte ha interrotto, ma mai svelato completamente.


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