Salute

Salute mentale, ecco il Barometro del benessere in Italia

Aumentano le richieste di supporto psicologico ma il grosso ostacolo è il costo della terapia

di Angelo Vitale -


Salute mentale, argomento non facile ma cresce lentamente l’apertura a discuterne: si abbassa l’età media di ricorso alla terapia mentre i giovani sono più propensi a mascherare il disagio che vivono, aumentano le richieste di supporto psicologico ma il costo della terapia rimane ancora un forte deterrente.

Nasce il Barometro del benessere mentale degli italiani

Unobravo, la società benefit che offre servizi di psicologia online, ha lanciato il MINDex, un Barometro del benessere mentale degli italiani, riscontrando subito tre difficoltà che hanno influenzato maggiormente lo status psicologico degli intervistati: stress lavorativo, preoccupazioni economiche o abitative e timori legati alla salute. Tra i più giovani, è significativo che prevalga una visione positiva del ruolo dell’Intelligenza Artificiale sulla cura della salute mentale. L’indagine legge percezioni, aspettative e sfide legate al benessere mentale e ha coinvolto il pubblico e i professionisti clinici esplorando la percezione della salute mentale nella società e nel discorso pubblico, le esperienze, gli ostacoli e il ruolo della terapia psicologica.

La strada per sconfiggere disinformazione e retaggi culturali è ancora in salita: solo una minoranza degli intervistati – il 16% – percepisce la salute mentale come un argomento affrontato apertamente, con gli uomini (19%) più ottimisti rispetto alle donne (13%), mentre il 28% ritiene che rimanga ancora un tema delicato e difficilmente discusso. “Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, tutto è psicologia – dice Danila De Stefano, ceo e founder di Unovbravo-: le relazioni e come le viviamo, le emozioni che proviamo, ciò che abbiamo dentro di noi che ci ostacola o facilita nel raggiungimento dei nostri obiettivi personali. Prendersi cura della propria salute mentale può essere una rivoluzione positiva, e troppe persone ancora se ne tengono a distanza”.

La salute mentale: il disagio come debolezza

Il dato più evidente registra nell’81% degli italiani un disagio psicologico ancora visto come un indice di fragilità caratteriale. A riscrivere la narrazione le generazioni più giovani: il 43% nella fascia 18-29 anni crede che sia in corso una trasformazione positiva nel modo in cui si guarda alla salute mentale.

La maschera dello “star bene”

Molti italiani, soprattutto donne e giovani, fingono di star bene. Tra i 18 e i 29 anni, il 38% afferma di aver dovuto nascondere il proprio disagio emotivo, il 20% lo fa quotidianamente. Negli over 40 il 36% dichiara invece di non fingere mai o quasi mai. Emerge la persistente difficoltà di normalizzare la vulnerabilità emotiva come componente legittima dell’esperienza umana.

I commenti stereotipati

La “maschera” è spesso indossata per difendersi da commenti stereotipati: più di 4 italiani su 10 hanno dichiarato di aver sentito o pronunciato la seguente frase: “Tutti hanno dei problemi, affrontali”. La ascoltano di più le donne: il 48% vs il 38% degli uomini. Tra i più giovani, un gruppo consistente racconta di essere stato liquidato con espressioni come “Stai solo esagerando”, è il 39%.

La consapevolezza emotiva e il self-care

La maggior parte del campione (82%) si considera del tutto o almeno in parte consapevole del proprio stato emotivo e del conseguente impatto sulla vita quotidiana, con una leggera prevalenza tra gli over 40 (84%). Dato che contrasta col parere degli psicologi, il 90% dichiara che solo in poche occasioni i pazienti comprendono il proprio disagio emotivo. Gli uomini percepiscono il proprio benessere mentale in modo significativamente più positivo (68% buono/molto buono) rispetto alle donne (54%), le quali riportano più frequentemente un peggioramento nell’ultimo anno (22% contro il 15% degli uomini). Sempre le donne si prendono meno cura della propria salute mentale rispetto agli uomini, con il 21% che tende a dare priorità agli altri (contro il 12% degli uomini).

La salute mentale: cosa stiamo perdendo

Oltre il 90% degli italiani ha vissuto almeno una difficoltà che ritiene abbia influenzato il proprio status psicologico: stress lavorativo (35%), preoccupazioni economiche o abitative (29%), timori legati alla salute (27%). Giovani (18-29 anni) e donne sono più inclini a sperimentare ansia sociale o bassa autostima (31% dei giovani, 30% delle donne), solitudine (25% dei giovani), oltre a sentirsi bloccati, insoddisfatti e privi di uno scopo (32% dei giovani, 28% delle donne). Tra gli uomini emergono più frequentemente lo stress legato al lavoro (37%) e i problemi di dipendenza (11%).

La salute mentale e le relazioni personali

Sono l’ambito più colpito da una salute mentale inadeguata (46%), seguite dalla crescita personale e dall’autostima (40%), dalla salute fisica e dal benessere (38%) e dal lavoro e carriera (37%). Quattro giovani su dieci (40%) sentono che le proprie emozioni e il loro stato psicologico impediscono quasi sempre o spesso di vivere appieno determinate situazioni o opportunità.

Tra le tematiche sociali che destano preoccupazione, al primo posto la lotta quotidiana per l’uguaglianza di genere per il 45% degli intervistati. Seguono le sfide economiche e finanziarie e le tensioni legate alla guerra commerciale (42%), al terzo posto i timori legati alla violenza e alla sicurezza pubblica (37%) – quest’ultima al primo posto per genitori o caregivers di minorenni.

La terapia per la salute mentale

La terapia si sta sempre più affermando come strumento imprescindibile per il benessere mentale e la crescita personale (42%), specie tra le generazioni più giovani (46%) e tra le donne (48%). Solo una minoranza continua ad associarla esclusivamente a situazioni di crisi o emergenza (13%), mentre il 6% dichiara di non credere nella terapia.

L’Ai al servizio della salute mentale

Sul tema dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul settore, i giovani non la temono e anzi la vedono come un’alleata del proprio benessere psicologico. Il 52% degli intervistati tra i 18 e i 29 anni ritiene che l’IA avrà un impatto positivo sul miglioramento dell’assistenza alla salute mentale.

La terapia, il problema dei costi

Il costo della terapia resta la barriera principale, il 57% afferma che sarebbe proprio questo a ostacolare l’inizio di un percorso psicologico.


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