Politica

Schlein in piazza con Landini e Cgil: fronda nel Pd e fischi tra la folla

di Ivano Tolettini -


Elly Schlein, tra molti applausi e qualche fischio, all’arrivo poco prima delle 11 di ieri indossa una maglietta della Fiom. Un manifesto politico. In piazza Maggiore a Bologna alla manifestazione unitaria della Triplice sindacale Cgil, Cisl e Uil, dice senza esitare per far comprendere, una volta di più, dove batte il cuore del suo Pd, col quale un giorno vorrebbe guidare il Paese, ma che per adesso è di dura opposizione all’esecutivo Meloni col vessillo del centrodestra in poppa: “La lotta paga sempre”. E subito dopo aggiunge: “È importante essere qui, perché questa è la città dei diritti”. Accanto a lei, dopo avere ricevuto l’abbraccio del sindaco bolognese, Matteo Lepore, c’è il leader della Cgil, Maurizio Landini, che dopo averla anche lui abbracciata attacca deciso con l’eloquio rotondo che conosciamo bene: “Questo è solo l’inizio, non escludiamo lo sciopero generale”. Non manca chi a distanza come l’europarlamentare Nicola Danti di Italia Viva, che da giorni agli ex compagni di viaggio, alla luce della posizione assunta dalla segretaria Dem anche in Europa, replichi: “È evidente a tutti ormai che il Pd non può più essere la casa dei riformisti, e che quindi non può esserlo nemmeno più il gruppo di riferimento al Parlamento Europeo. Elly Schlein predilige un partito fortemente identitario, a metà strada tra Ds e Sel, che come riferimento privilegiato nella società ha per l’appunto la Cgil di Maurizio Landini”.
“NON CI FERMIAMO”
La mobilitazione organizzata delle confederazioni dei lavoratori e pensionati porta 30 mila persone con bandiere rosse e verdi contro il governo di Giorgia Meloni per un cambiamento di rotta sulle politiche del lavoro, con maggiore equità sul fronte delle riforme fiscali e previdenziali. Sul palco oltre a Landini ci sono ovviamente i segretari confederali di Cisl, Luigi Sbarra e di Uil, Pierpaolo Bombardieri, mentre in prima fila ci sono molti esponenti del centrosinistra a cominciare appunto da Elly Schlein. “Noi siamo la maggioranza del Paese che lo teniamo in piedi e non ci fermeremo fino a quando no avremo ottenuto un risultato”, scandisce Landini chiudendo il suo intervento. Quindi insiste che “questo non è che l’inizio della mobilitazione, che chiede di rimettere al centro il lavoro, c’è troppa precarietà”. Dopo avere ringraziato i partecipanti, a uno a uno, l’ex leader della Fiom scalda la sua gente in una giornata assolata: “Ci siamo stancati sia della propaganda sia di chi cerca di trasformare Palazzo Chigi in Beautiful”. Quindi risponde a chi lo accusa di sottovalutare il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi:” La politica economica e sociale del governo sia proprio sbagliata: si è vero, la riduzione del cuneo fiscale l’avevamo chiesta da tempo, ma non la vogliamo una tantum per 5 mesi, ma strutturale e per sempre”. Questi concetti li ribadirà alla premier nell’incontro previso nei prossimi giorni a palazzo Chigi. Al suo fianco il segretario generale della Cisl, Sbarra, ribadisce il concetto: “Non ci piace questo metodo che ci fa arrivare a cose fatte, non si illuda il governo, da solo non ce la farà. Gli italiani hanno bisogno di risposte immediate che non possono arrivare da una sola voce, con presunzione di autosufficienza, come fa il governo, credendo di avere in tasca le risposte già pronte. Si può far ripartire questo Paese solo insieme”. E Bombardieri della Uil rimarca che “basta andare in piazza e chiedere ai giovani cosa pensano del lavoro oggi: vi risponderanno che hanno un lavoro precario, poco pagato e insicuro”.
APPLAUSI E FISCHI
Quando Elly Schlein arriva ci sono gli applausi, poi non mancano mugugni misti ai fischi mentre risponde alle domande dei cronisti. A fischiarla sono alcuni sostenitori delle prime file della Uil quando vedono molti esponenti Pd, e le dicono: “Fuori la politica dalla nostra piazza, vai a casa”. La segretaria, con una T-shirt della Saga Coffee di matrice sindacale, incassa secondo l’adagio dantesco, “non ti curar di loro”, subito dopo spiega che “è importante essere a Bologna, che è la città dei diritti, dov’è stata firmata la prima carta dei rider, e siamo qui per ribadire la nostra contrarietà a un decreto folle del governo, varato il primo maggio e che danneggia i lavoratori precarizzando il lavoro”. L’obiettivo di Schlein è quello di riportare il Pd dentro il dibattito sul lavoro anche nelle piazze, con una secca virata rispetto ai predecessori. Se il decreto sul lavoro del governo per lei “è una provocazione”, aggiunge che è in piazza anche “contro i tagli alla sanità pubblica, perché tagliare servizi alle persone vuol dire favorire le privatizzazioni e noi ci batteremo contro questo modello”. Quanto ai rapporti con il M5S e il suo leader Conte, la segretaria conclude: “C’è un dialogo, assolutamente, non solo sul tema del lavoro di qualità, ma anche sul salario minimo, su cui le opposizioni tutte hanno avanzato proposte”.


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