Se chi per non morire di fame muore per gli spari contro gli aiuti
Putin dice che è difficile che ci sarà un cessate il fuoco in Ucraina, visto che trattare con Zelensky sarebbe come trattare con i terroristi. Il riferimento è all’attacco (il terzo) al ponte di Crimea da parte degli 007 di Kiev: è in territorio russo, non rientra tra le aree coinvolte nel conflitto e quindi per il presidente russo è terrorismo. Il succo è che Putin vuole continuare la guerra fino a che non la vincerà – eventuali negoziati dovranno tenersi in parallelo all’operazione militare speciale. Se il presidente ucraino non vi sembra un terrorista forse però vi sembrerà tale chi spara sui civili che vorrebbero ricevere gli aiuti umanitari. A Gaza si muore per non morire di fame e siccome chi prova a toccare il pane muore, che cosa si decide? Di interrompere gli aiuti umanitari nella Striscia, sulla pelle dei palestinesi. Le parole sono parole e i fatti sono fatti – al di là di chi il terrorista, a Gaza i fatti non li possiamo conoscere con precisione: i giornalisti non possono andarci e ogni tre giorni muore un reporter palestinese (200 in 600 giorni) che prova a fare il suo lavoro.
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