Attualità

Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza: il punto di vista di ragazze e ragazzi

di Marco Montini -


Raggiungere una piena parità di genere significa andare oltre la dimensione formale dei diritti: vuol dire anche smontare, pezzo dopo pezzo, gli stereotipi e i pregiudizi che alimentano la discriminazione e che ancora oggi condizionano la quotidianità. Perché non basta proclamare l’uguaglianza, se nel tessuto sociale continuano a persistere convinzioni e modelli culturali che giustificano o minimizzano la violenza e che attribuiscono ruoli rigidi a uomini e donne. È su questo terreno, silenzioso ma profondo, che si gioca una delle sfide più importanti del nostro tempo: educare le nuove generazioni a riconoscere e a respingere gli schemi di pregiudizio che hanno segnato la nostra storia. In quest’ottica l’ultima indagine Istat assume un valore particolare, perché offre uno sguardo sul modo in cui i giovani percepiscono gli stereotipi di genere e l’immagine della violenza. Nell’ambito dell’Accordo con il Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Istituto nazionale di Statistica infatti ha predisposto la rilevazione sugli stereotipi di genere e l’immagine sociale della violenza presso i ragazzi e le ragazze, stereotipi che, come riportato nella Convenzione di Istanbul, giocano un ruolo fondamentale per comprendere la dimensione culturale delle radici della violenza. Nella rilevazione sono raccolte le opinioni sui ruoli di genere, gli stereotipi sulla violenza sessuale, la tolleranza della violenza e la relazione di coppia. Dai dati, diffusi recentemente da Istat e riferiti al 2023 emerge uno spaccato di pensiero giovanile da non sottovalutare, a tratti molto preoccupante. Ad esempio, il 36% dei giovanissimi considera accettabile che un ragazzo controlli abitualmente il cellulare o i social network della propria ragazza, l’11,1% che in una relazione di coppia sia “normale che ci scappi uno schiaffo ogni tanto” e il 7,3% che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha flirtato con un altro ragazzo”. Molto presenti poi gli stereotipi su attitudini e ruoli di genere: dalla maggiore importanza della bellezza in una ragazza rispetto ad un ragazzo (56,4%), alle maggiori capacità dei ragazzi negli studi tecnologici, scientifici e ingegneristici (21,2%), fino alla minore capacità degli uomini di occuparsi delle faccende domestiche (24,9%). Inoltre, fatto assai allarmante, il 23,1% di giovanissimi e giovanissime di 14-19 anni ha almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale. Il 15,6% pensa che la violenza sia provocata dal modo di vestire delle ragazze, il 13,7% è d’accordo che “di fronte a una proposta sessuale le ragazze spesso dicono no, ma in realtà intendono sì” (Idea condivisa da circa un ragazzo su cinque (19,5%), contro il 7,6% delle coetanee femmine). Alla luce di tutto questo, l’Istat sottolinea: “Questi stereotipi minano la credibilità delle vittime, portano a minimizzare o ignorare le loro esperienze, instillando l’idea che solo certi tipi di persone possano essere vittime di violenza sessuale; colpevolizzano le vittime e non permettono di evidenziare la colpa dell’aggressore. Inoltre, la colpevolizzazione della vittima alimenta il suo senso di vergogna e di isolamento e le rende ancora più difficile intraprendere il percorso della denuncia. Basti pensare ai rischi di essere vittimizzate due volte (la cosiddetta vittimizzazione secondaria) che spesso si verifica al momento della denuncia e nelle aule dei tribunali”. Dall’indagine “Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza: il punto di vista di ragazze e ragazzi – 2023”,  comunque escono fuori anche dati ottimistici, come quelli sulla relazione di coppia: quando si chiede ai giovani di 14-19 anni quali siano gli aspetti più importanti in un rapporto sentimentale, la maggior parte (il 48,1%) segnala “il sostenersi a vicenda nei momenti difficili”, seguono la sincerità, la fedeltà, il capirsi, mentre appaiono residuali, intorno al 10%, l’attrazione fisica, l’avere gli stessi interessi e la bellezza fisica. Solo la bellezza fisica supera il 14% per i maschi. La visione dei ragazzi e delle ragazze non è particolarmente diversa, sebbene le ragazze apprezzino di più il sostenersi reciprocamente, la sincerità e la fedeltà. A commentare l’indagine la consigliera regionale del Lazio, Emanuela Droghei: “I dati diffusi da Istat sugli stereotipi di genere tra i giovani ci consegnano una fotografia preoccupante. Sapere che un terzo degli adolescenti ritiene normale controllare il cellulare della propria partner o che più di un ragazzo su dieci considera accettabile ‘uno schiaffo ogni tanto’ significa che la cultura patriarcale continua a radicarsi. Questo “sentimento” rilevato dai dati deve riguardare tutti noi, a partire dalle istituzioni.  Sono certa infatti che la cultura patriarcale potrà nel tempo essere cancellata solamente con un lavoro condiviso tra famiglie, scuola, tessuto sociale organizzato, servizi pubblici e naturalmente istituzioni. Come? Cominciando per esempio ad essere franchi nel linguaggio. Servono politiche educative coraggiose ma soprattutto chiare per dare ai ragazzi e alle ragazze strumenti con cui riconoscere e rifiutare stereotipi e che possano aiutare a non scambiare mai il senso del possesso con l’amore. La sfida è culturale prima ancora che normativa. Chiamare le cose col loro nome, la vera rivoluzione culturale parte da qui: dire che l’amore non è possesso, che la cura non è solo delle donne, che il ‘no’ è sempre e soltanto no”, conclude Droghei.


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