Storia dell’obelisco: monumento del passato che raffigura il futuro
Il 17 settembre si è tenuta presso la sala stampa della Camera dei Deputati la conferenza di presentazione dell’impressionante mostra sugli obelischi egiziani, romani e contemporanei immortalati dal fotografo Carmine Perito. Promossa su iniziativa dell’onorevole Fabio Porta e dall’Associazione ArtisticaMente Aps, la conferenza si occupa del progetto: Roma e suoi obelischi tra passato e presente e sarà inaugurata l’8 ottobre presso l’Accademia d’Egitto.
Obelischi in mostra: cosa rappresentano e da dove provengono?
L’esposizione ripercorre la storia di questo monumento. L’origine è egiziana. Gli Egiziani utilizzavano queste opere all’ingresso dei templi a simboleggiare il Dio del Sole Ra. Un contatto insomma tra il cielo e la terra, come ci illustra sapientemente il relatore Gianni Lattanzio, mentre le quattro facce rappresentano gli angoli del mondo.
I Romani se ne innamorarono a tal punto da portarli a Roma e non solo nella città eterna. Altri invece li scolpirono imitando lo stile egiziano. Gli obelischi quindi rappresentano un ponte tra l’Africa e l’Italia, due culture che da sempre sono unite, oltre ogni forma di barriera o confine. L’ideatore della mostra, Carmine Perito, dopo essere stato in Egitto circa una decina di volte, decide di far conoscere al mondo la storia degli obelischi non parlando solo di quelli egiziani. Va invece oltre il momento artistico africano per arrivare al periodo contemporaneo in quanto tale monumento viene scelto anche oggi per decorare gli spazi urbani per il suo stile unico e ricco di spiritualità.
Roma e i suoi obelischi
Passato e presente si fondono, arte e cultura del passato ispirano il futuro. Pensiamo a Roma. Non sarebbe la stessa città senza i suoi obelischi.
Ne è un esempio l’obelisco Vaticano. Trasportato da Alessandria d’Egitto da Caligola, venne successivamente ricollocato da Papa Sisto V nel 1586 grazie all’architetto Fontana che lo fece riposizionare al centro di Piazza San Pietro. Lo stesso possiamo dire per l’obelisco di Piazza Navona.
Voluto da Domiziano e collocato inizialmente in Campo Marzio, nel XVII secolo fu recuperato su iniziativa di Papa Innocenzo X e innalzato al centro di Piazza Navona dal Bernini. Esempio di obelisco contemporaneo è invece il monumento Marconi o dell’Eur scolpito da Arturo Dazzi e intitolato al fisico e inventore Guglielmo Marconi. Commissionato nel 1939, venne completato solo nel 1959.
La forza della cultura che unisce i popoli
Toccanti e sincere le parole della direttrice dell’Accademia egiziana di Belle Arti a Roma, la Professoressa Rania Yehia che ha sottolineato nel suo discorso la forza della cultura che unisce i popoli, tutti i popoli con le loro diverse sfumature di sapori e colori.
La stilista di alta moda e arteterapeuta Angela Colosimo invece ha creato tre abiti ispirati alla moda egiziana, romana e contemporanea, utilizzando i colori bianco e oro comuni a tutte le culture. Il bianco, simbolo di purezza e l’oro di regalità. Come elemento di ulteriore legame il simbolo della farfalla. Farfalla che per gli Egiziani rappresentava la vita oltre la morte, per i Romani l’anima e per i contemporanei la bellezza.
L’obelisco è un monumento altamente emblematico che contiene tutti i suoi significati storici riportati fino ad oggi. È un insieme di culture ed epoche diverse. È luce solare e simbolo di potere, immagine di fertilità e di conquista, simbolo della storia della Chiesa e di eternità.
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