Terzo mandato, partita chiusa?
L’esito era scontato, eppure la bocciatura dell’emendamento della Lega sul terzo mandato per i governatori non ha mancato di far riaffiorare qualche tensione in maggioranza. Nei giorni scorsi il centrodestra aveva lavorato nel tentativo di trovare una soluzione, ma di fatto l’accordo non è stato raggiunto e, soprattutto, il dossier alla fine non è arrivato tra le mani dei leader, come si era ipotizzato. Un primo segnale del fatto che non se ne sarebbe fatto nulla. Nonostante questa consapevolezza la Lega ha comunque ufficializzato la sua proposta, depositata quasi allo scoccare del gong rispetto al termine per la presentazione degli emendamenti al ddl sui consiglieri regionali al vaglio della commissione Affari costituzionali del Senato. Una mossa apparsa più come il tentativo di dar prova a Luca Zaia e a tutti quanti sostengono la causa dal governatore del Veneto che come una reale intenzione di dare battaglia per portare a casa il risultato. Sembra confermarlo anche la tutt’altro che celata rassegnazione che regna in casa Lega. Un big del partito ci dice che “la partita è definitivamente chiusa”, poi sospirando aggiunge: “Terzo mandato… spero di riuscire a farlo in Parlamento”. Altri però sembrano prenderla con meno filosofia, a partire dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli che non fa mistero di non aver “apprezzato il muro eretto da Forza Italia”. Ma gli azzurri, a partire dal segretario Antonio Tajani, rivendicano di aver bloccato la norma. Fine dei giochi, dunque? In realtà la speranza, si sa, è l’ultima a morire e non va dimenticato che, al di là del posizionamento ufficiale, la questione del terzo mandato non riguarda solo la Lega e il centrodestra ma anche il Pd che ha due governatori ‘in scadenza’. Tanto che, dopo appena una manciata di ore dalla bocciatura dell’emendamento leghista, Vincenzo De Luca chiede di posticipare le elezioni in Campania ad aprile 2026. Dalla proposta nasce un confronto in Conferenza delle Regioni dal quale sono emerse sensibilità differenti circa l’ipotesi di chiedere al governo un rinvio del voto in tutte e cinque le amministrazioni in scadenza il prossimo autunno. Un’eventualità che riaprirebbe la partita del terzo mandato, perché ci sarebbe molto più tempo per trovare un accordo e intervenire con una norma specifica che, magari, comprenda anche i sindaci. Del resto, lo stesso Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato in quota FdI, dopo la bocciatura dell’emendamento leghista aveva aperto alla possibilità di riprendere la questione in futuro.
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