Esteri

Trump cambia strategia: è difesa “a tutto campo”

di Ernesto Ferrante -


Gli avvocati di Donald Trump hanno chiesto di spostare all’aprile del 2026 l’inizio del processo a carico del loro assistito per aver cospirato nel tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni del 2020.
Nella memoria di 16 pagine si afferma che la richiesta dell’accusa di iniziare il processo il prossimo 2 gennaio, a pochi giorni di distanza dall’avvio delle primarie repubblicane, costituisce “una violazione dei diritti dell’imputato ad avere un processo equo”.
“Questo processo non solo è complesso o insolito, è terra incognita”, si legge, facendo riferimento all’incriminazione senza precedenti di un ex presidente degli Stati Uniti e chiedendo che il giudice federale Tanya S. Chutkan aspetti fino all’autunno del 2024 per ascoltare le mozione della difesa per archiviare le accuse.
Una posizione che, nel gioco delle parti, si scontra con quella del dipartimento di Giustizia, fermamente convinto della necessità di condurre “un processo insieme equo e veloce” prima che la stagione delle consultazioni entri nel vivo. Il giudice ha detto che stabilirà la data per l’inizio del processo durante la prossima udienza preliminare, fissata per il 28 agosto.

Trump cambia strategia: prevale la linea della prudenza

La linea della prudenza ha prevalso. Il tycoon ha cancellato la conferenza stampa per presentare lunedì prossimo il rapporto con cui avrebbe dovuto provare le frodi elettorali in Georgia e contestare punto per punto le basi della sua incriminazione per aver tentato di sovvertire l’esito del voto nello stato.
“La conferenza non è più necessaria”, ha annunciato l’ex presidente su “Truth Social”, spiegando che il suo staff di legali ritiene più opportuno che venga incluso “nelle mozioni con cui ci stiamo battendo per far archiviare questa vergognosa incriminazione”.
Poche ore prima dell’annuncio del dietrofront, era rimbalzata la notizia di una riflessione interna al suo entourage sulle possibili ricadute di un’uscita pubblica del genere sulla posizione processuale. L’inchiesta federale è la più seria delle quattro che vedono coinvolto il magnate.
In Georgia si sta indagando sulle minacce rivolte su siti di estrema destra ai membri del grand jury che ha stangato “The Donald”. Su portali e forum pro Trump, sono stati pubblicati nomi, foto, profili social e finanche indirizzi dei giurati, che invece dovrebbero rimanere anonimi.
L’ufficio dello sceriffo della contea di Fulton ha reso noto di essere “al corrente che informazioni personali dei membri del grand jury sono state condivise su diverse piattaforme”.
Tra queste spicca “Truth Social”, dove uno degli utenti ha scritto: “Qualcuno dovrebbe controllare tutti questi giurati, posso garantire che ognuno di loro ha una bella D sul proprio nome”, intendendo “dead, morto”.

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