Esteri

Trump ed Epstein mano nella mano: quando la satira fa più rumore della politica VIDEO

Una statua provocatoria che ricorda che la memoria non si cancella con un comunicato stampa

di Andrea Fiore -


Sul Mall di Washington, a due passi dal Campidoglio, è comparsa una nuova “coppia monumentale”: Donald Trump e Jeffrey Epstein, mano nella mano, eternati in una statua dal titolo ironico e imbarazzante, Best Friends Forever. Non è bronzo, ma schiuma e resina dipinta. Eppure pesa come piombo.

L’opera è firmata da un collettivo anonimo che ha voluto trasformare il viale più simbolico d’America in un palcoscenico di satira politica. Le targhe alla base non raccontano gesta eroiche ma allusioni caustiche a un legame scomodo, quello tra l’ex presidente e il finanziere morto suicida in carcere, travolto dalle accuse di pedofilia.

La doppia funzione dell’arte

Le reazioni non si sono fatte attendere. La Casa Bianca parla di “provocazione politica”, negando qualsiasi vicinanza tra Trump ed Epstein. Eppure la statua rimane lì, come un dito puntato che non si può ignorare. C’è chi ride, chi si indigna, chi fotografa: l’arte qui funziona come specchio, ma anche come lente d’ingrandimento.

Da una prospettiva, è un colpo di genio creativo: con paillettes di sarcasmo e pennellate di verità scomode, ricorda che la memoria non si cancella con un comunicato stampa. Da un’altra, è un atto di crudeltà, perché inchioda per sempre un’immagine che forse non corrisponde più al presente. Anche perché: le statue sono fatte per durare, ma le amicizie no. E quando il marmo (o la resina) racconta più della politica, significa che l’arte ha colpito nel segno.

Un monito, non solo per Trump

Forse, più che Best Friends Forever, il titolo giusto sarebbe: “Attenti a chi stringete la mano, perché prima o poi potrebbe stringerla anche la storia”.


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