E Donald Trump urlò al telefono contro Netanyahu
Donald Trump urlò al telefono contro Benjamin Netanyahu. S’infuriò, il presidente americano, perché non gradì affatto le affermazioni del premier israeliano a proposito della fame a Gaza. Non tollerò, Trump, il “negazionismo” di Netanyahu e, pertanto, gli urlò in testa tutto il suo disappunto. Nemmeno tra alleati fila, sempre, tutto liscio. E nemmeno tra Trump e Bibi, il cui rapporto appare saldo e quasi inscalfibile, ogni tanto emergono ruggini e tensioni.
Urla il telefono
È stata la Nbc a rivelare, in America, ciò che i quotidiani israeliani avevano già scritto. I fatti si sono verificati il 28 luglio scorso. Proprio mentre The Don era impegnato con il golf in Scozia. Mentre, tra una buca e l’altra, pensava a come randellare l’Ue sui dazi, gli arrivò la notizia di una chiamata da Tel Aviv. Netanyahu voleva chiarezza perché Trump aveva da poco affermato che “i bambini di Gaza” sembravano “molto affamati” e che “una cosa del genere non si può fingere”. Il premier israeliano, in quei giorni, era tutto impegnato a tentare di far passare come una montatura di Hamas le notizie sulla fame nella Striscia. E, perciò, Netanyau si sarebbe aspettato un maggiore sostegno da parte di Trump e dell’alleato storico americano.
Trump le suona a Netanyahu
Alla richiesta di chiarimenti da parte di Netanyahu, alle sue rassicurazioni circa un presunto piano di Hamas per mostrare al mondo una fame che non c’era, Trump avrebbe perso le staffe. Il presidente americano, furioso, avrebbe iniziato a urlare e inveire contro il premier israeliano. E, una a una, gli avrebbe sciorinato, gridando, tutte le prove raccolte sul campo dall’intelligence americana che avrebbero confermato le accuse. La fame a Gaza c’era, e c’è ancora. E non si poteva né voleva negare un fatto così evidente.
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