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Tumori, l’Italia a due velocità: morti in calo ma prevenzione e cure diseguali

Un segnale positivo arriva dagli screening. In cinque anni 6,5 milioni di italiani hanno effettuato test preventivi. L’adesione raggiunge il 62% al Nord, ma scende al 34% al Sud

di Giorgio Brescia -


Nel 2025 in Italia sono stimati 390mila nuovi casi di tumori, un dato stabile secondo il rapporto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica. Dietro la tenuta dei numeri si nascondono però forti squilibri territoriali, ritardi nella prevenzione e una sanità che non garantisce le stesse possibilità a tutti.

Mortalità in calo e sopravvivenza in aumento

Negli ultimi dieci anni i decessi per tumore sono diminuiti del 9%. Il calo risulta più netto per i tumori del polmone e del colon-retto.

La sopravvivenza a cinque anni è cresciuta nelle neoplasie più diffuse, grazie a diagnosi più precoci e terapie più efficaci. Il dato conferma i progressi della ricerca oncologica.

Prevenzione primaria: il grande nodo irrisolto

La prevenzione resta il punto più fragile. In Italia oltre 4 milioni di persone sono obese e l’eccesso di peso è associato a 12 tipi di tumore.

La sedentarietà coinvolge il 28% degli adulti, mentre fumo e alcol restano fattori di rischio diffusi.

Nonostante questo quadro, meno del 50% delle persone a rischio riceve consigli medici su stili di vita sani.

Fuga sanitaria e carenze al Sud

Il tumore al seno evidenzia una frattura profonda. Nel Mezzogiorno molte donne si spostano verso il Centro-Nord per operarsi. In Calabria quasi la metà degli interventi di chirurgia mammaria avviene fuori regione.

La mobilità sanitaria dal Sud è tripla rispetto al Nord. Pesano la carenza di centri specializzati, la scarsità di senologi e radiologi e le liste d’attesa troppo lunghe.

Screening in crescita, ma con forti divari

Un segnale positivo arriva dagli screening. In cinque anni 6,5 milioni di italiani hanno effettuato test preventivi. L’adesione raggiunge il 62% al Nord, ma scende al 34% al Sud.

Lo screening mammografico è passato dal 30% al 50%. Il test del sangue occulto nelle feci è salito dal 17% al 33%. Lo screening cervicale è cresciuto dal 23% al 51%.

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