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Economia

Tutti contro Giorgetti ma Meloni e Mattarella lo blindano

di Giovanni Vasso -


La notte del Mef, dopo il caso pensioni tutti contro Giorgetti. Ma proprio tutti. A difendere il ministro all’Economia c’è rimasto solo il sottosegretario Giovambattista Fazzolari che ha parlato alle opposizioni, che finalmente avevano trovato un punto d’intesa e davvero solido per fare le pulci alla manovra, affinché la maggioranza intendesse. “Una crisi tutta interna alla Lega”, ha maramaldeggiato il vicepremier forzista Antonio Tajani. Che, da parte sua, deve incassare l’ennesimo rinvio sulla riforma Irpef per il ceto medio.

Tutti contro Giorgetti

“Ma credo che ora sia risolta”. E ci mancherebbe, perché è dovuto intervenire direttamente Palazzo Chigi per calmare le acque di fronte alla rivolta leghista sul fronte delle pensioni. In serata, poi, le parole del Capo dello Stato hanno riportato un po’ il sereno dopo una giornata passata sull’ottovolante delle (feroci) polemiche tra opposizione, parte della maggioranza e appunto il ministro Giorgetti. La questione pensioni è risolta. L’emendamento del governo è stato cambiato, è saltato tutto il pacchetto. Contestualmente, però, sono sparite pure altre proposte, a cominciare dal contributo da 1,3 miliardi richiesto alle assicurazioni. Che, a sua volta, ha comportato la scomparsa delle risorse da allocare a Transizione 4.0. Sul fronte politico, però, la giornata è passata tra veleni e accuse. L’opposizione ha trovato fiato.

Opposizioni alla carica

Elly Schlein, per esempio, ha parlato di una “maggioranza” che “si è rotta”. Matteo Renzi, invece, ha detto che, a prescindere da come sia andata a finire, “Giorgetti ormai ha perso la faccia”. Il M5s ha parlato di “guerra fratricida” all’interno del centrodestra. Svelando il (grave) problema che turba (davvero) i sogni del Mef. Se salta l’emendamento, dicono i pentastellati, occorrerà votare su 6mila emendamenti. Detto in altri termini: non ce la faranno mai a licenziare la manovra entro fine anno. E, allora, l’oscura profezia che i dem vanno vaticinando da tempo si compirebbe. Esercizio provvisorio. E sarebbe, questo sì, un guaio.

La promozione del Colle

A riportare un po’ di serenità, in serata, le parole del Capo dello Stato. Mentre tutti si scagliavano contro Giorgetti (tranne Fazzolari e quindi Meloni), Sergio Mattarella ha promosso la manovra del Mef: “I conti pubblici sono tenuti dal Governo sotto un prudente controllo, e questo ha contribuito a determinare un forte raffreddamento dello spread e un importante apprezzamento delle agenzie internazionali. L’affidabilità del Paese è un valore preservato e da preservare. Nell’interesse dei cittadini, delle imprese, dei risparmiatori. E tanto più è prezioso questo valore quanto più alto è il carico del debito pubblico”. Chi vuol capire, capisca. E non solo dalle parti di via Bellerio.

Mattarella e le spese per la Difesa

Un altro appello, poi, Mattarella lo ha fatto sulle spese per la Difesa: “La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la difesa collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare. Anche quando, come in questo caso, si perseguono finalità di tutela della sicurezza e della pace, nel quadro di una politica rispettosa del diritto internazionale. E tuttavia, poche volte come ora, è necessario”. Adesso, al Mef, bisognerà ripartire. Dopo settimane di polemiche, non c’è più tempo da perdere.


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