A Fiumetorto, nel territorio di Termini Imerese, in provincia di Palermo, è stato posato il primo tratto di quello che diventerà il ramo ovest del Tyrrhenian Link, il grande progetto energetico che mira a ricucire l’Italia e, nel farlo, a connetterla a Europa e Nord Africa. Opera, questa, che ambisce pure a riaggiornare gli standard mondiali per i cavi elettrici sottomarini dal momento che, proprio per il collegamento tra Sicilia e Sardegna, i cui lavori sono partiti ieri, si scenderà fino a 2.150 metri sotto il livello del mare.
In azione ci sono Terna, la società che gestisce le reti elettriche nazionali e Nexans, l’impresa che è riuscita a ottenere i lavori. L’infrastruttura in questione è importante. Bastano le cifre: per il ramo ovest, tra Sicilia e Sardegna, si prevede una lunghezza di circa 500 chilometri. Per la precisione, saranno messi in posa cavi ed elettrodotti per 200 chilometri nel primo tratto, quello appunto inaugurato ieri, e altri 280 chilometri per il secondo tratto, i cui lavori inizieranno a dicembre prossimo. Complessivamente, il Tyrrhenian Link – che unirà Sicilia, Sardegna e Campania – sarà lungo poco meno di mille chilometri (per la precisione, sono previsti 970 chilometri) e avrà una capacità di trasporto pari a mille megawatt per ognuno dei rami. L’infrastruttura sarà costituita da due linee elettriche sottomarine in corrente continua a 500 kilovolt. Partendo da Fiumetorto, il grande “cavo elettrico” del Tyrrhenian Link sbucherà a Terra Mala, nel Cagliaritano. Le stazioni di riconversione saranno realizzate rispettivamente a Caracoli e Selargius. Entrambe saranno collegate all’infrastruttura per il tramite di cavi interrati, sette chilometri per la sponda siciliana e trenta per quella sarda. L’autorizzazione ai lavori era arrivata, da parte del Ministero all’Ambiente e alla sicurezza energetica giusto due anni fa, con un decreto firmato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin il 5 settembre del 2023. Adesso, con l’inizio della messa in posa del ramo ovest del collegamento Sicilia-Sardegna, i lavori per la grande infrastruttura energetica che ambisce a rafforzare le chance italiane a costituire, sul serio, un hub energetico di caratura continentale, entrano nel vivo. Come ha riferito l’amministratore delegato nonché direttore generale di Terna, Giuseppina Di Foggia: “L’avvio della posa del ramo ovest tra Sicilia e Sardegna rappresenta un passo decisivo per il Tyrrhenian Link, perché segna un traguardo di rilevanza storica: per la prima volta, un cavo sottomarino in corrente continua ad alta tensione verrà installato fino a 2.150 metri di profondità, la più elevata mai raggiunta con un cavo di potenza. Quest’opera conferma la capacità di Terna di adottare soluzioni progettuali e operative in grado di affrontare e superare sfide tecniche e ingegneristiche senza precedenti”. Di Foggia ha poi aggiunto: “Procediamo in linea con il nostro Piano Industriale nella realizzazione del Tyrrhenian Link, infrastruttura chiave per il sistema elettrico nazionale che beneficia di un finanziamento di 500 milioni di euro nell’ambito di REPowerEU”. Quindi ha concluso: “Abbiamo portato a termine lo scorso maggio il primo dei due cavi tra Sicilia e Campania e pianificato la conclusione della posa del primo cavo del ramo ovest all’inizio del prossimo anno. È compito di Terna fornire al Paese le infrastrutture necessarie al raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica”. Ha dunque espresso soddisfazione anche Pascal Radue, vicepresidente esecutivo, PWR Transmission, Nexans: “Il Tyrrhenian Link è un progetto straordinario non solo per le sue dimensioni e per la profondità record di installazione, essendo il primo del suo genere a essere realizzato, ma anche per l’impatto duraturo che avrà sul futuro energetico dell’Italia. Questo risultato è stato reso possibile dalle nostre capacità di installazione sottomarina di livello mondiale e da decenni di esperienza nella realizzazione di complessi progetti ad alta tensione in tutto il mondo”.
Per l’allestimento del Tyrrhenian Link s’è mossa anche la Banca europea degli investimenti. Che ha messo sul tavolo qualcosa come 1,9 miliardi di euro, pari al 50 per cento dell’intera spesa prevista per l’infrastruttura energetica. Costo che assomma a 3,7 miliardi di euro. Tra gli obiettivi dichiarati ci sono la necessità di garantire maggiore stabilità, adeguatezza e sicurezza per il sistema elettrico di Sardegna, Sicilia e Campania, oltre a implementare un’elevata flessibilità e più integrazione della produzione rinnovabile sul territorio italiano. Insieme, dunque, all’obiettivo di puntare a un incremento della capacità di scambio elettrico tra Campania, Sicilia e Sardegna, il grande cavo sottomarino del Mar Tirreno punta non solo a sviluppare le fonti rinnovabili ma pure ad incentivare la concorrenzialità dei produttori sul mercato elettrico. Tutte questioni centrali che potrebbero offrire un contributo importante alla vera, grande, sfida dell’energia nei nostri aggiorni: abbattere il prezzo in bolletta e dare sicurezza nell’accesso agli approvvigionamenti tanto alle famiglie quanto alle imprese.