Esteri

Ucraina, l’incognita Biden può pesare sul conflitto

di Ernesto Ferrante -


Due anni di morte, sangue e devastazione e un 2024 a tinte foschissime, con nuove tensioni alimentate da Washington. “Siamo 730 giorni più vicini alla vittoria”, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando da Hostomel, a nord di Kiev. “Qui abbiamo affrontato un attacco di guerra con il fuoco” e due anni dopo “accogliamo i nostri amici e partner”, ha aggiunto Zelensky, esortando gli ucraini a “continuare a combattere”.
La presa di Avdeevka da parte delle forze russe, ha certificato il fallimento di quella “controffensiva di primavera” pianificata dai consulenti militari occidentali, che ha conosciuto solo un lunghissimo autunno da un punto di vista militare, con truppe, strutture e garanzie cadute come foglie dagli alberi. Una situazione che ha portato ad un cambio di approccio degli “sponsor” dell’Ucraina, con una postura più difensiva e la fine, per ora, delle velleità di riconquistare i territori perduti. In Europa che negli Stati Uniti, dove non sono mancati i casi di stanchezza e insofferenza, si terranno tornate elettorali importanti e divisive, in un contesto caratterizzato da incertezze economiche e congiunture poco favorevoli.
“Agli americani e alla gente in tutto il mondo è chiaro che la posta in gioco di questo scontro va oltre l’Ucraina”, ha dichiarato il presidente statunitense Joe Biden, sottolineando che “la Nato è più forte, con più Paesi, e più unita che mai e la coalizione globale senza precedenti di 50 Paesi in sostegno dell’Ucraina guidata dagli Usa rimane impegnata a fornire assistenza di importanza critica all’Ucraina e a chiamare la Russia a rispondere della sua aggressione”.
Dopo aver insultato il suo omologo russo, Vladimir Putin, Biden ha annunciato “più di 500 nuove sanzioni contro la Russia per la guerra di conquista che continua a portare avanti in Ucraina e per la morte di Aleksei Navalny, attivista anti corruzione coraggioso e il leader più tosto dell’opposizione a Putin”. Gli Stati Uniti hanno anche varato nuovi provvedimenti restrittivi su circa 100 entità, accusate di fornire “supporto illegale” per la macchina bellica di Mosca.
La chiamata alle armi di Zelensky, con la promessa di azioni d’attacco, è stata sconfessata dall’impietosa ammissione di Sleepy Joe: “Gli ucraini stanno finendo le munizioni. L’Ucraina ha bisogno di più rifornimenti dagli Stati Uniti per mantenere le loro posizioni di fronte agli implacabili attacchi della Russia, che sono resi possibili da munizioni e armi provenienti da Iran e Corea del Nord”. Ancora una volta, la Camera dei Rappresentanti è stata sollecitata “ad approvare il provvedimento bipartisan di spesa supplementare per la sicurezza nazionale prima che sia troppo tardi”.
Un appello che non ha riscosso il consenso sperato, se si considera che la deputata repubblicana della Florida, Anna Paulina Luna, ha preparato un disegno di legge per “richiedere ai membri del Congresso che supportano il sostegno militare all’Ucraina di arruolarsi nelle forze armate e di prestare servizio attivo”. “Presenterò un disegno di legge che imporrà a qualsiasi politico che sostenga l’invio di truppe americane in Ucraina di combattere in prima linea con loro”, ha scritto Luna su Twitter.
Le intemperanze di Biden vengono viste come un’opportunità dal Cremlino. A nove mesi dalla tornata elettorale, Putin ha dichiarato di essere pronto a lavorare con qualunque presidente, ma quando gli è stato chiesto chi preferirebbe tra lui e Trump, ha risposto l’attuale leader americano: “È più esperto e più prevedibile. È un politico ‘vecchia scuola’. Ma lavoreremo con chiunque verrà eletto dal popolo americano”. Incalzato sulle défaillance del suo antagonista, ha fatto sapere di non aver riscontrato segnali preoccupanti durante il loro ultimo incontro. “Sì, di tanto in tanto sbirciava i suoi appunti; ma, francamente, anch’io sbirciavo i miei. Si dice che abbia sbattuto la testa contro l’elicottero mentre lo lasciava, ma chi non l’ha mai fatto?”, ha commentato beffardamente lo “zar”.


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