Attualità

Vanno a pesca di tonni ma catturano uno squalo Mako di 4 metri

Vanno a pesca al largo delle coste siracusane e allamano uno squalo Mako

di Gianluca Pascutti -


La battuta di pesca nelle acque cristalline di Marzamemi, pittoresco borgo marinaro in provincia di Siracusa, si è conclusa in modo del tutto inatteso. Un gruppo di pescatori, partito con l’intento di catturare dei tonni, si è invece imbattuto in un esemplare impressionante di squalo mako, lungo circa 4 metri. L’animale, notoriamente tra i più veloci abitanti dei mari, ha ingaggiato una lotta furiosa che è durata diversi minuti, mettendo a dura prova l’equipaggiamento dei pescatori. Alla fine, lo squalo è riuscito a liberarsi, strappando il terminale della canna e tornando a nuotare libero nelle profondità del Mediterraneo.

Lo squalo mako (nome scientifico Isurus oxyrinchus), appartenente alla famiglia dei Lamnidi, è noto per la sua incredibile velocità, che può superare i 70 km/h, rendendolo uno dei predatori più temibili e agili dell’oceano. Abita generalmente acque temperate e tropicali, sia costiere che pelagiche, e nel Mar Mediterraneo è considerato piuttosto raro, anche se non del tutto assente.

Di indole solitaria, lo squalo mako si nutre principalmente di pesci pelagici come tonni, sgombri e pesci spada, ma può attaccare anche calamari. La sua dentatura è affilata e visibile anche a bocca chiusa, un tratto distintivo che lo rende immediatamente riconoscibile.

Per quanto riguarda la riproduzione, lo squalo mako è ovoviviparo: le uova si schiudono all’interno del corpo materno e i piccoli nascono già completamente formati. Le cucciolate possono variare da 4 a 25 esemplari, e i piccoli alla nascita misurano già oltre 70 centimetri.

Nonostante alcuni rari casi di interazioni con l’uomo, il mako non è considerato particolarmente pericoloso, a meno che non venga provocato o si senta minacciato. La sua presenza, tuttavia, ricorda la straordinaria biodiversità e la potenza spesso invisibile del mondo sommerso che circonda le nostre coste.

In Italia ci sono stati almeno due avvistamenti verificati: uno pescato e rilasciato a Genova (luglio 2022) e uno filmato a Pietrasanta. Questi avvistamenti sono significativi per il Mediterraneo nord-orientale, probabilmente dovuti a temperature in aumento e correnti stagionali che rendono l’ambiente più favorevole a questa specie pelagica.


Torna alle notizie in home