Von der Leyen e il presunto attacco russo al Gps dell’aereo: che esagerazione
epa11955083 Ursula von der Leyen, European Commission President, speaks during a debate on 'European Council meetings and European Security' at the European Parliament in Strasbourg, France, 11 March 2025. The EU Parliament's session runs from 10 till 13 March 2025. EPA/RONALD WITTEK
Con grande clamore mediatico, ieri il Financial Times, seguito da tutti i media occidentali, ha diffuso la notizia secondo cui domenica un aereo che trasportava la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sarebbe stato colpito da interferenze Gps e che dietro tale attacco ci sarebbe la Russia. “Possiamo confermare che c’è stata un’interferenza Gps, ma l’aereo è atterrato in sicurezza”, ha dichiarato Arianna Podestà, vice portavoce della Commissione.
Le interferenze al Gps dell’aereo e la smentita di Mosca
Sempre ieri è arrivata la secca smentita di Mosca: “Non c’entriamo nulla”. La von der Leyen come è noto è in visita negli “Stati di frontiera” Lettonia, Finlandia, Estonia, Polonia, Lituania, Bulgaria e Romania, nel tentativo di sottolineare l’impegno Ue a rafforzare le proprie capacità di difesa e sicurezza sul fronte orientale. Domenica è arrivata in Bulgaria, dove ha visitato un produttore di armi a Sopot, accompagnata dal premier bulgaro Rosen Zhelyazkov.
Nello specifico, il jet noleggiato dalla Commissione Ue per il viaggio non ha potuto utilizzare gli ausili elettronici alla navigazione a causa delle interferenze durante l’avvicinamento all’aeroporto di Plovdiv, la seconda città più grande della Bulgaria. “Al fine di garantire la sicurezza del volo, i servizi di traffico aereo hanno immediatamente proposto un approccio di atterraggio alternativo utilizzando gli strumenti di navigazione terrestri (Instrument Landing System). Gli strumenti di navigazione terrestri utilizzati in Bulgaria sono indipendenti dai sistemi GPS e consentono atterraggi sicuri e affidabili”. Quest’ultimo fatto è stato fin troppo sottolineato, con i giornaloni che hanno usato toni epici per l’eroico ricorso alle mappe cartacee.
Interferenze Gps: la ricostruzione dei fatti
Il punto è un altro: probabilmente è vero che l’aereo abbia subito disturbi al sistema GPS, come, molto probabilmente, accade a tutti gli aerei volano in quell’area. Lo stesso vale per la Romania e per buona parte del Mar Nero. La spiegazione è semplice: in Ucraina c’è la guerra e tra le armi messe in campo c’è anche quella di disturbare il più possibile eventuali attacchi di droni e di aerei da spionaggio elettronico. In ogni caso – e non potrebbe essere altrimenti, al di là della verità – dal Cremlino è arrivata una secca smentita alla ricostruzione dei fatti riportata dal Financial Times. Il portavoce Dmitry Peskov ha definito “errate” le informazioni pubblicate dal quotidiano britannico e ha ribadito che il governo russo non c’entra nulla con quanto accaduto. Per Peskov, dunque, come riporta l’agenzia Tass, non c’è stato alcun attacco informatico da parte di Mosca, tantomeno contro il velivolo su cui era imbarcata la presidente della Commissione Ue.
Infine va detto che al di là delle iperboli della stampa fin troppo embedded, il rischio per il presidente della Commissione Ue è stato pari a zero. Come confermano tutte la fonti, l’aereo ha utilizzato l’Ils nelle procedure d’atterraggio, ossia il sistema di guida su cui si basano tutti gli aeroporti commerciali. Altra considerazione da fare, è improbabile che i piloti non fossero in grado di superare il problema del disturbo del Gps. La questione semmai è se non ne fossero informati: se così fosse, sarebbe grave, visto che a bordo avevano la presidente della Commissione Ue. Di certo in questa vicenda non c’entrano né le Ursule che sfidano il nemico senza paura né le prodezze da assi dell’aviazione civile.
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