Esteri

Australia contro Israele per il raid contro World Central Kitchen

Striscia di Gaza

L’attacco al convoglio della World Central Kitchen continua a sollevare tensioni e polemiche. Ora l’Australia punta il dito contro Israele e chiede alle autorità di fare piena chiarezza attorno all’assalto che è costato la vita ai volontari impegnati ad allievare le condizioni in cui versano le famiglie di Gaza tra cui proprio l’australiano Lalzawmi Zomi Frankcom. Alza la voce il ministro degli Esteri di Canberra Penny Wong secondo cui “le informazioni ricevute non sono sufficienti a soddisfare le nostre aspettative”. Quindi ha annunciato la nomina di un consigliere speciale che sarà deputato a lavorare con le autorità israeliane “in modo che possiamo essere informati sull’adeguatezza delle indagini”. Insomma, parole dure appena velate dal tecnicismo.

Intanto, le reazioni internazionali dopo l’eccidio dei volontari di World Central Kitchen hanno indotto Gerusalemme a presentare le scuse: “Si tratta di un grave errore”. Ma l’Ong chiede un’inchiesta indipendente sulle orme di ciò che pretende l’Australia. Non è sufficiente cercare semplicemente di evitare ulteriori morti a livello umanitario, che ormai si avvicinano a 200″, ha affermato il fondatore della WCK José Andrés. “Tutti i civili devono essere protetti e tutte le persone innocenti a Gaza devono essere nutrite e al sicuro. E tutti gli ostaggi devono essere rilasciati”. Intanto dalla Casa Bianca il fastidio nei confronti della strategia durissima di Israele diventa sempre più palese. Anche perché adesso gli Stati Uniti temono ritorsioni da parte dell’Iran e, pertanto, Israele ha provveduto a chiudere ben trenta ambasciate in giro per il mondo tra cui anche in Italia.

Le scuse israeliane però non hanno fermato il consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite che è tornato a chiedere di investigare sui presunti crimini di guerra e contro l’umanità che Israele avrebbe potuto compiere a Gaza. Da Tel Aviv sono giunte parole pesanti. “Una risoluzione anti-israeliana”.