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Hot parade

di Redazione -


Sale: Giuseppe Conte. Questo sì che è un capolavoro di comunicazione. Giuseppe Conte ha giustificato il mancato rinnovo del contrattone a Beppe Grillo affermando che non vuole affossare le casse del Movimento. Lo ha detto da quello che ha affossato le Casse dello Stato con il Superbonus. Meraviglioso.

Stabile: Jeff Bezos. Imparzialità canaglia. Il Washington Post non si azzarderà a piazzare in prima pagina alcun endorsement presidenziale. Lo ha deciso l’editore Jeff Bezos. Che non vuole inimicarsi Donaldone, che i sondaggi danno là per travolgere l’irrilevante Kamala. Non è finito il mondo, ma sta finendo un mondo: quello dei dem obbligatori. E non c’è patrimonio miliardario che tenga. Anzi. Proprio il fatto di avere un impero li fa tremare. Prima Zuckerberg (ma Trump gli ha già fatto sapere che lo farà arrestare alla prima occasione utile), poi lui, patrono di Amazon e miliardario in dollari, euro e qualsiasi altra valuta pregiata che l’uomo si sia piccato di inventare.

Scende: Roberto Mancini. Allenatori di tutta Italia, tremate. Il Mancio è tornato. Pieno di soldi sauditi e di risentimento. Sta lì, pronto a subentrare alla prima panchina che vacilla. Sta lì, pronto a reimmettersi nel calcio che conta dopo la vacanza in casa del sultano. Sta lì, pronto a dare tutto per la maglia fino a che lo pagano. Come tutti, del resto. Nessuno escluso, nel carrozzone pallonaro italiano. Ancora credete alle favole, alle passioni. Sulla vostra ci fanno i soldi. Tutti. E allora perché se la prendono solo con Roberto Mancini?

*di Simone Donati


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