Passi di lumaca a Istanbul. Un altro incontro non decisivo tra Ucraina e Russia
I colloqui di Istanbul tra delegazioni di Ucraina e Russia “non si sono conclusi con un fallimento”. Si è espresso così il portavoce del ministero degli Esteri turco, Oncu Keceli, citato dall’agenzia Anadolu, confermando di fatto il carattere interlocutorio anche di questo secondo round di negoziati.
Il ministro della difesa ucraina Rustem Umerov, capo del team inviato in Turchia da Volodymyr Zelensky, ha affermato che nel corso dell’incontro Mosca ha trasmesso il suo memorandum sulle condizioni per la fine della guerra e che Kiev avrà bisogno di una settimana di tempo per studiare il documento.
Le rappresentanze ucraina e russa hanno “concordato uno scambio di prigionieri” e “la restituzione dei corpi di seimila soldati caduti ciascuno”, ha aggiunto Umerov. Verranno rilasciati tutti i militari gravemente malati e quelli di età inferiore ai 25 anni, ha precisato ancora il ministro. Anche durante il faccia a faccia del 18 maggio, era stata raggiunta l’intesa per uno scambio di prigionieri: mille russi per mille ucraini.
Il capo della delegazione russa Vladimir Medinsky ha riferito che lo scambio dei prigionieri gravemente feriti e malati avverrà secondo la formula “tutti in cambio di tutti”. Anche lui ha confermato che verranno scambiati anche i prigionieri di età inferiore ai 25 anni.
Medinsky ha detto che la Russia ha ricevuto dall’Ucraina un elenco di 339 nomi di bambini che si sono trovati in una situazione difficile a causa del conflitto. Si tratta dei cosiddetti “bambini rapiti”. Il consigliere di Putin ha sottolineato che non c’è un solo bambino rapito dal suo Paese, ma solo minori evacuati e tratti in salvo dai soldati russi nel momento in cui si sono ritrovati in pericolo a ridosso della linea del fronte, e che la Federazione Russa restituisce all’Ucraina tutti bambini nel momento in cui vi sono i genitori o i rappresentanti legali, definendo la retorica ucraina sulla questione “uno spettacolo per gli europei compassionevoli”.
“Un cessate il fuoco parziale, di due-tre giorni” e “in alcune zone della linea del fronte”. È quello che i russi hanno proposto agli ucraini. “Abbiamo avanzato una proposta piuttosto generale. Un cessate il fuoco concreto che duri due o tre giorni in alcune zone del fronte”, ha dichiarato l’ex ministro della Cultura.
“La palla è nel campo della Russia. La vera buona fede non sta nelle parole, ma nei fatti. E ora è il momento di dimostrarlo”, ha commentato il capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensy, Andriy Yermak.
Per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è già di per sé “un risultato significativo” il fatto che la delegazione ucraina e quella russa si siano incontrate oggi a Istanbul, nonostante l’attacco su larga scala condotto ieri da droni ucraini in territorio russo.
Erdogan ha avanzato l’idea di ospitare a Istanbul o ad Ankara un incontro tra il presidente americano Donald Trump, il leader del Cremlino Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
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