Chanel, prima del marchio c’è la storia di una donna: Coco
Quanto pesa di più la storia della donna Coco Chanel rispetto all’industria che poi si è generata sul suo marchio?
C’è un marchio, Chanel, che oggi vale miliardi, guida le passerelle, detta tendenze, incanta il mondo. Ma prima del marchio c’era una donna. Una donna sola, povera, ostinata, chiamata Gabrielle. Ed è lì, nella vita di Coco Chanel, che si nasconde il vero peso di questa leggenda. La sua forza non sta solo nei tailleur in tweed, nei flaconi del N°5 o nella piccola giacca nera entrata nell’immaginario collettivo. Sta in una biografia bruciante, tagliente, cucita di dolore e orgoglio: l’infanzia in orfanotrofio, l’umiliazione del non avere niente, la voglia feroce di cambiare le regole. Ogni linea essenziale dei suoi abiti, ogni dettaglio che sembra semplicemente elegante, è in realtà una rivincita personale, un modo di esistere al mondo con dignità e libertà. Coco non ha solo creato moda: ha incarnato un ideale. Ha strappato il corsetto alle donne e ha dato loro spalle dritte, mani libere e una nuova identità. E lo ha fatto prima ancora di essere un’imprenditrice. La sua arte era lei stessa: ogni sua collezione era un pezzo della sua vita, una reazione alla sua epoca, un grido raffinato contro tutto ciò che voleva contenerla. Oggi la Maison Chanel è una delle più potenti industrie del lusso nel settore. Ma ciò che la rende eterna non è solo la qualità, il marketing o il prestigio del marchio Chanel. È il fatto che dietro ogni cucitura si sente ancora il battito di una donna che ha saputo trasformare la sua fragilità in forza, la sua storia in stile. Ecco perché, alla fine, pesa di più Coco della Chanel. Perché senza la sua vita, le sue ferite, il suo sguardo rivoluzionario, quel marchio non sarebbe mai diventato leggenda.
Torna alle notizie in home