Economia

La nuova era dell’elettricità, il mondo ha fame di energia

di Giovanni Vasso -


Siamo all’alba di una “nuova era dell’elettricità”. In cui gli Stati (e le aziende) investono con non mai nell’energia. Ma, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, c’è il rischio che le reti non riescano a tenere il passo. Il report Iea rivela che, quest’anno, gli investimenti nel comparto energetico, su scala globale, saliranno alla cifra astronomica di 3.300 miliardi di dollari. Gran parte di questa cifra, stimata in circa 2.200 miliardi, sarà investita per l’energia pulita: rinnovabili, nucleari, stoccaggio, reti, efficienza e combustibili a bassa emissione. Il resto, e cioè la pur ragguardevole somma di 1.100 miliardi, sarà destinata agli investimenti nell’ambito del petrolio, gas naturale e carbone. Già, perché se l’Occidente guarda con sempre maggiore interesse all’atomo (Meta, nei giorni scorsi, ha ufficializzato l’intesa ventennale con Constellation Energy per l’acquisto di energia nucleare grazie a cui alimentare l’Ai), in Oriente il carbone continua a rappresentare una soluzione sempre più praticata. La Cina, riferisce Iea, ha avviato la costruzione di quasi 100 gigawatt di nuove centrali a carbone, “portando le autorizzazioni globali per impianti a carbone al livello più alto dal 2015”. C’è, però, un rovescio della medaglia a cui guardare con attenzione. Il problema delle reti o, meglio, degli scarsi investimenti sulla sicurezza elettrica pari a soli 400 miliardi di dollari all’anno che “non riescono a tenere il passo con la spesa complessiva per la produzione e l’elettrificazione”. Un problema serio, serissimo che ha toccato da vicino l’Europa nelle scorse settimane, con il blackout spagnolo che ha svelato il lato nascosto di quella che l’Iea ha battezzato come la nuova era dell’elettricità.


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