Lorenzo Venera da “Amici” all’Aula del Tribunale
Un tempo promessa della scena musicale emergente, oggi imputato in un processo delicato e doloroso. Lorenzo Venera, conosciuto come “Amnesia”, classe 1988, torna alla ribalta non per i suoi versi, ma per una vicenda giudiziaria che mette in luce un lato oscuro e inquietante della sua storia personale.
Venera era salito alla ribalta grazie alla dodicesima edizione del talent show Amici di Maria De Filippi, dove aveva mostrato un talento grezzo ma promettente. Una carriera che sembrava poter decollare, fatta di esibizioni live, un EP dal titolo Fino alla Fine e una partecipazione al programma For Music. Eppure, dietro le quinte della musica, si celava un’altra realtà, un privato segnato da violenza, controllo e minacce.
Il processo attualmente in corso a Torino ricostruisce una relazione sentimentale iniziata nel 2017, che secondo l’accusa sarebbe stata fin dall’inizio contraddistinta da episodi di maltrattamenti. La convivenza con la compagna, nella casa di Venera, si sarebbe trasformata in un contesto asfissiante, fatto di sorveglianza ossessiva, insulti, aggressioni fisiche e minacce agghiaccianti. Tra le frasi emerse dagli atti, una in particolare ha destato sconcerto: “Sarai la prossima Giulia Cecchettin”. Parole che evocano tragedie recenti e che hanno spinto le autorità ad agire.
Determinante, pare, la segnalazione di una vicina di casa, che in una notte del 2023 ha allertato i carabinieri dopo aver udito grida provenire dall’abitazione della coppia. Da lì, l’attivazione del Codice Rosso e l’avvio di un’indagine approfondita, che ha portato al rinvio a giudizio del rapper, oggi ai domiciliari.
Non è la prima volta che Venera incappa nella giustizia. Già nel 2014 fu arrestato per possesso di stupefacenti. Ora, con l’accusa di maltrattamenti aggravati e minacce, il suo nome torna a far discutere, non più nei palinsesti televisivi o nei palchi delle fiere di paese, ma nei fascicoli giudiziari che raccontano una parabola artistica e umana destinata, forse, a spegnersi nel silenzio delle aule di tribunale.
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