Esteri

Washington sta staccando la spina agli aiuti militari per Zelensky

di Anna Germoni -


Quindi è ufficiale: Washington sta tagliando la spina agli aiuti militari all’Ucraina. Alle audizioni del Congresso di questa settimana, il segretario alla Difesa americano, Pete Hegseth ha confermato, secondo The Telegraph, che l’amministrazione Trump ha una “visione molto diversa” della guerra in Ucraina rispetto a quella di Joe Biden, e ha insistito sul fatto che “una soluzione pacifica negoziata è nel migliore interesse di entrambe le parti e della nostra nazione”.

La nuova visione di Washington sul conflitto Russia-Ucraina

L’ordine del giorno delle audizioni era il bilancio militare degli Stati Uniti per il 2026. Washington, stando al quotidiano britannico, ha investito circa 74 miliardi di dollari in aiuti militari a Kiev dall’invasione di Putin nel febbraio 2022. Tra questi, equipaggiamenti rivoluzionari e all’ avanguardia come i sistemi di difesa aerea Patriot, l’unica difesa efficace dell’Ucraina contro i missili balistici russi, i missili ATACMS e HIMARS, oltre all’artiglieria a lungo raggio M777, carri armati, veicoli blindati e milioni di proiettili di artiglieria. I pacchetti dell’era Biden sono ancora in fase di acquisizione. Ma lo schiaffo più forte per Zelensky è che è stata abbandonato dall’inquilino della Casa Bianca, suo alleato più potente e ricco che aveva dichiarato al mondo intero: “Porterò la pace in 24 ore”, affermando spesso con ferma convinzione dallo Studio Ovale con i giornalisti presenti in conferenza stampa che avrebbe ricevuto il Nobel per la pace.

Ma dopo sei mesi da tale annuncio, ha abbandonato tutto. D’altronde l’accordo sulle terre rare tra Trump e Zelensky è stato firmato e ciò è sufficiente per il presidente degli States, più business man della storia presidenziale americana. Il messaggio non sarebbe potuto essere più chiaro. Combattere la Russia è ora un problema dell’Europa. Questo, stando agli analisti del quotidiano britannico, lascerebbe l’Ucraina senza scampo, con solo tre opzioni. La prima è affidarsi all’Europa per le armi e le attrezzature di cui ha bisogno. La seconda è quella di acquistare armi prodotte negli Stati Uniti da Washington con denaro europeo. La terza è quella di produrre le armi di cui ha bisogno nelle fabbriche ucraine, finanziate con denaro degli alleati europei.

Le leadership europee, non completamente compatte, anzi disgregate come un atomo su questo tema molto delicato e annoso, hanno promesso di fornire all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per combattere, con il pacchetto “ReArm Europe” che “potrebbe mobilitare quasi 800 miliardi di euro di spese per la difesa in cinque anni”. Ma davvero crediamo che l’Ucraina possa sopravvivere con le proprie risorse e con i finanziamenti dell’Europa, discontinui e intermittenti, come le lucine dell’albero di natale, sperando che non ci sia un gatto nelle vicinanze?
Il paradosso kafkiano, che sottolinea il media britannico in modo pragmatico e senza tanta retorica, é che implicitamente vedono l’Europa come un Giano bifronte, che destina gran parte della sua abbondante e copiosa spesa per la difesa del Cremlino, finanziata direttamente dagli europei stessi, che dovrebbe spendere oltre 20 miliardi di euro per acquistare petrolio, gas, carbone e uranio dalla Russia nel 2025.


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