Cultura & Spettacolo

Giorgio Gori, comicità, sociale e amore per il teatro: “Sul palco fino a che non mi cacciano”

Diplomato in Arte Drammatica scopre la passione per la comicità e arriva in tv

di Priscilla Rucco -


Estate, voglia di teatro e di cinema, di uscite spensierate e di progetti per l’autunno che prendono forma. Abbiamo intervistato l’attore di teatro Giorgio Gori, per avere qualche anteprima e curiosità, suoi prossimi spettacoli.

Chi è Giorgio Gori?
“Attore, regista, sceneggiatore, comico: basta, va bene così. Altrimenti uno si pensa chissà che fa. Classe 1987; una classe di ferro, ma anche non diligente, eravamo molto casinisti, soprattutto all’Accademia del Teatro il Primo di Napoli. Non sembra, ma Giorgio Gori è diplomato in Arte Drammatica. Ha mosso i primi passi, sotto casa sua giocando a pallone, i primi passi teatrali invece, li ha mossi a Napoli, recitando in tragedie ed erano tragedie veramente! Spinto dalle tragedie e spinto anche a calci fuori l’Accademia, intraprende la carriera del comico, lavorando con diversi attori e registi napoletani e scoprendo la passione per la comicità fino ad approdare a laboratori Zelig, televisione e cinema e diversi palchi di tutta Italia con i suoi monologhi e spettacoli comici. Giorgio Gori si dedica, poi alla regia e alla scrittura, iniziano nel 2010, cimentandosi in testi americani e diverse pochade francesi e scrivendo testi per la televisione. Amante di Neil Simon e Ray Cooney decide di portare in scena Appartamento al Plaza, La Strana Coppia, Taxi a due piazze. Ad un tratto, poi si ricorda che ha un diploma di Arte Drammatica e spazia tra il comico ed il drammatico, mettendo in scena il Musical Nine di Rob Marshall. Il primo regista e attore della storia che non sa né cantare, né recitare e né ballare ma riesce comunque a fregare degli impresari e direttori artistici e riesce a portare il Musical in diversi cartelloni. Il connubio con Antonio Mocciola lo porta a dirigere diversi attori e si impegna in testi drammatici e sociologici. Poi, innamorato pazzo di Walter Chiari e con scarsa umiltà decide di portare in scena dal 2015 ad oggi, lo spettacolo Giorgio Racconta Walter e Chiari si offende con tantissime repliche in tutta Italia. Un omaggio al suo idolo, percorrendo tutta la storia dal Teatro Olimpia di Milano fino alla morte datata 21 dicembre 1991. Oggi, Giorgio Gori è sempre in scena con il suo amico Walter ma strizza l’occhio a temi sociali a lui molto cari”.

Da attore comico a drammatico, quindi?
“Mi sono sentito in dovere di affrontare un tema molto attuale e triste, come quello della violenza sulle donne. La trama è stata scritta a 4 mani. La trama è quella di un presentatore, che intervista una donna (una straordinaria attrice Angelica Pula), scoprendo il suo passato. Un passato determinato da una violenza subita. Una violenza raccontata attraverso le parole e la danza di Fabiola Zossolo. La stessa donna subirà una violenza in diretta dal presentatore. Un testo forte, crudo voluto fortemente. Un mix tra cruda realtà e grazia rappresentata dalla danza soave e sublime di Fabiola Zossolo. Non nascondo di amare di più il varietà, portando in scena pezzi di avanspettacolo di Petrolini, Trilussa, Proietti, Eduardo, Bramieri e tanti altri. Insomma, sono un artista che non sta mai fermo; eclettico. Viaggio tra Roma e Napoli con la stessa velocità di una zanzara in estate. Peccato che devo rallentare perché puntualmente ci sono i ritardi sui treni”.

Quali sono le sue prospettive per il futuro lavorativo?
“Se parte il treno per Roma, partono le prime prove del lavoro teatrale prossimo. Una riscrittura di Appartamento al Plaza di Neil Simon assieme a Achiropita Dalila Bosco e Roberta Mirra e con la partecipazione di Simona di Sarno. Tre storie di amori, intrecci e matrimoni nella stessa stanza di albergo. Aiuto regia di Achiropita Dalila Bosco. Un lavoro divertente con una vena di malinconia. Sarò assieme a Achiropita e Roberta porterà in scena per il secondo anno, What Woman no Want -Quello che le donne non vogliono-. Un racconto sul rapporto con l’universo femminile con un finale un po’ particolare. Non diventerò donna io, ma almeno capisco cosa vogliono o non vogliono le donne”.

Cosa farà ancora Giorgio Gori?
“Finchè non lo cacciano dal palco, spera di continuare con i suoi lavori, continuare ad amare Walter Chiari e scrivere e divertirsi perché in fin dei conti questo è un mestiere da svolgere sempre con sorriso e voglia e soprattutto è un mestiere che non deve sparire, perché se perisce la cultura, scompare la civilità e come ahimè accade già, sta morendo tanta gente sotto le bombe!”.


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