Ecco Nur-Ai, l’intelligenza artificiale che risponde con la Sharia
Ecco l'Ai che parla ai musulmani anche grazie ai cinesi di DeepSeek
Spunta l’intelligenza artificiale musulmana che risponde a ogni domanda rispettando i precetti del Corano e della Sharia. Dalla Malesia (e grazie alla collaborazione con la Cina e il suo imponente apparato digitale) ecco Nur-Ai. La notizia è stata riportata da Bloomberg. Grazie all’aiuto di DeepSeek, è pronta ad accendere i motori l’intelligenza artificiale musulmana. Che, potenzialmente, potrebbe diventare (o almeno lo sperano i progettisti e gli investitori), una app capace di rivolgersi a un mercato da più di un miliardo di persone che è in continua espansione.
Nur-Ai, l’intelligenza artificiale della Sharia
L’idea è venuta a Zetrix, azienda malese specializzata nel digitale e nell’innovazione. Il progetto, con ogni probabilità, sarà presentato già nei prossimi giorni. Si tratta di un chatbot che fornisce risposte a ogni genere di domande, come un po’ tutti gli altri modelli di Ai. Con una sua particolare peculiarità: ogni replica, ogni consiglio, ogni parere elargito dall’intelligenza artificiale sarà conforme ai dettami della Sharia, ossia della legge islamica. Una questione non da poco e che apre uno scenario importante. Per il momento, da quanto si apprende dalle note ufficiali, Nur-Ai sarà gratuita ma presto potrebbero arrivare piani settimanali e mensili dedicati.
L’ombra del Dragone
Più che ombra, in realtà, c’è la Zampa del Dragone dietro il progetto che ambisce a riunire i musulmani del mondo attorno alla “loro” Ai. La Cina, fin dagli esordi dell’intelligenza artificiale, è sempre stata molto sensibile al tema dei contenuti o per meglio dire dell’ispirazione dei modelli di linguaggio. Non è stato certo un caso se, all’indomani del lancio di ChatGpt, da Pechino si parlò di via “socialista” all’Ai. Una strada che è stata percorsa con DeepSeek, l’Ai cinese che promette prestazioni almeno pari a quelle dei suoi rivali occidentali con minori spese e costi. Proprio a DeepSeek si sono rivolti gli sviluppatori dell’intelligenza artificiale basata sulla Sharia. Tra le altre cose, il progetto è stato reso possibile (anche) grazie all’ennesima collaborazione su scala Asean tra Paesi. L’obiettivo è quello di aprirsi al mondo e l’app, tuttora in versione Beta, risponderebbe alle domande in arabo, inglese, malese e indonesiano. Sarebbe sottoposta a una sorta di “gran giurì” di saggi musulmani e includerebbe diversi testi religiosi, tra Hadith e Corano.
Torna alle notizie in home