Fitch declassa il rating della Francia, ecco perché
Pensioni, difesa e instabilità politica inguaiano Parigi
Non poteva essere altrimenti: l’instabilità politica di Parigi impone a Fitch di declassare il rating della Francia. Un altro colpo alla tenuta dei conti pubblici francesi. Il rating della Francia passa, dunque, da AA- ad A+ con outlook stabile. Troppo debito pubblico, troppi governi che si succedono senza riuscire a fare le riforme e a tagliare spesa e deficit e per l’Eliseo, adesso, i problemi si moltiplicano.
Fitch, giù il rating della Francia
Le ragioni che hanno spinto gli analisti dell’agenzia a declassare Parigi risiedono ne “l’elevato indebitamento pubblico” che “riduce il margine di manovra in caso di nuovi shock economici”. I numeri citati da Fitch riferiscono di un deficit pari al 5,5% del Pil, in calo rispetto al 5,8% del 2024 ma ancora ben al di sopra della media dell’area euro (2,7%). Improbabile, per Parigi, raggiungere il 3 per cento che le consentirebbe di uscire dai rigori del Patto di Stabilità. Impossibile se si considerano le proiezioni per cui, anche per il biennio 2026-2027, i disavanzi dovrebbero restare sopra il 5% del Pil, complice l’aumento della spesa per interessi e difesa.
Il caso pensioni
In Francia, dicono da Fitch, avranno un bel da fare. Perché è difficile agire sul fisco dal momento che il peso fiscale è il più alto dell’Ue, attestandosi al 45,3%. C’è solo una cosa da fare, intervenire sulla spesa sociale e, in particolare, sul tema delle pensioni. Cosa che, per gli analisti americani, si fa difficoltosa in Francia. Dal punto di vista politico ma pure contabile dato che le rigidità strutturali renderebbero difficile intervenire. Ma Parigi ha ulteriori problemi derivanti dalla flessione economica che ha comportato minori entrate fiscali, complicata dalla corsa dell’inflazione.
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