Cronaca

Caso Rebuzzini: anche dopo l’autopsia resta un giallo

Il fotografo fu strangolato, mistero sull'autore dell'omicidio

di Dave Hill Cirio -


Anche dopo l’autopsia il caso della morte di Maurizio Rebuzzini rimane a Milano un giallo. Il 74enne noto critico fotografico era stato ritrovato agonizzante sul ballatoio del suo studio nel capoluogo lombardo la sera del 17 settembre, in circostanze che già suggerivano uno strangolamento, dal figlio che invano gli aveva praticato un massaggio cardiaco. Era poi morto in ospedale.

L’autopsia di Rebuzzini: il caso rimane un giallo

Il referto medico ha evidenziato molteplici contusioni e una lesione circonferenziale al collo, il che indica con forza lo strangolamento come causa di morte, portando gli inquirenti a continuare a trattare il caso come un possibile omicidio.

L’indagine è condotta dalla squadra omicidi di Milano, coordinata dal procuratore della Repubblica Maria Cristina Ria, con indagini in corso, tra cui analisi forensi, a partire da accertamenti più precisi su tutti i fili di limitato spessore rinvenuti nel suo studio, per esempio quelli utilizzati per le ricariche dei telefoni cellulari o dei computer portatili, che potrebbero essere stati utilizzati per soffocare il fotografo.

Il figlio continua a ritenere che non sia un caso di omicidio

Tuttavia, il figlio della vittima, Filippo Rebuzzini, che lo aveva trovato sul ballatoio del suo studio e fu il primo a chiamare i soccorsi, continua ad esprimere dubbi sull’ipotesi dell’omicidio, suggerendo invece che il padre possa essersi sentito male. Ciò nonostante, le prove forensi finora disponibili supportano il sospetto di una morte violenta per asfissia con l’intervento di terze persone. Per esempio, escludendo che fili elettrici di così limitato spessore possano essere stati usati dallo stesso Rebuzzini in una qualche forma di autostrangolamento.

L’indagine è ancora aperta e le autorità sono impegnate ad esaminare i tabulati telefonici, i filmati delle telecamere di sicurezza e ad approfondire le testimonianze raccolte, per chiarire i moventi e le circostanze della morte.

L’autopsia ha confermato l’asfissia come causa, ma non ha risolto definitivamente la questione dell’omicidio, mantenendo il caso sotto inchiesta e confermandolo come un giallo ancora aperto.


Torna alle notizie in home