Coronavirus: imprese, sgravi contributivi per incentivare lo smart working
Sgravi contributivi sia per incentivare lo smart working da parte delle imprese sia per ridurre il costo del lavoro relativo al personale impegnato nelle attività di pulizia e sanificazione dei locali aziendali. E poi una ”patente di immunità”, per tutti i lavoratori, grazie a test sierologici affidati ai medici del lavoro. Queste le proposte di Unimpresa ”Per il rilancio dell’economia e per la coesione del tessuto sociale dell’Italia” inviate a governo e Parlamento. Tre, nel dettaglio, i suggerimenti che Unimpresa sottopone all’esecutivo e a tutte le forze politiche. La prima riguarda incentivi contributivi con l’obiettivo di favorire e promuovere lo smart working , per con un impegno di almeno due anni da parte delle aziende, riducendo l’attuale costo del lavoro, rendendo meno gravoso quello per i dipendenti in telelavoro. La seconda proposta mira a introdurre altri sgravi contributivi al fine di evitare l’appesantimento del lavoro in nero destinati alle piccole e medie imprese, in particolare per pagare il personale addetto alla pulizia, con l’obiettivo di far fronte alla sicurezza e alla sanificazione degli ambienti di lavoro. La terza idea si riferisce all’idea di introdurre una ”patente di immunità” per tutti i lavoratori, grazie a test sierologici , sfruttando la presenza, costante e periodica nelle aziende, dei medici del lavoro. Le richieste economiche della confederazione sono suffragate anche da un’analisi del centro studi secondo cui i prestiti alle aziende, nel corso dell’ultimo anno, sono calati di quasi 42 miliardi di euro (-6%) trainati al ribasso sia dai crediti a breve termine (-16 miliardi) sia dai finanziamenti di medio e lungo periodo (-25 miliardi). In salita di 5 miliardi invece i prestiti alle famiglie, trainati dal credito al consumo (+8 miliardi) e dai mutui (+3,9 miliardi), comparti che hanno evitato il tracollo e compensato il pesante calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-7,8 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di oltre 37 miliardi, passando da 1.304 miliardi a 1.266 miliardi: in media oltre 3 miliardi al mese tagliati ad aziende e cittadini. Negli ultimi 12 mesi, da febbraio 2019 a febbraio 2020, le rate non pagate (ossia le sofferenze) sono tuttavia calate: si è registrata infatti una diminuzione di oltre 28 miliardi (-28,47%) da 164 a 71 miliardi di euro.
Giorgia Biordi
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