Daspo a vita al tifoso della Juventus per l’ignobile gesto che oltraggia Superga
Il tifoso è stato identificato grazie alle riprese video e fotografiche effettuate all’interno dello stadio.
Daspo, memoria violata, indignazione collettiva. Sabato, durante il derby della Mole tra Juventus e Torino, conclusosi con un pareggio a reti inviolate, un episodio sugli Spalti ha oscurato il clima sportivo. Un tifoso juventino, rivolgendosi ai sostenitori granata, ha mimato con le braccia il gesto di un aereo che si schianta, alludendo in modo diretto alla tragedia di Superga del 1949. Il gesto, ripreso da più video e immagini circolate online, ha scatenato una reazione immediata e unanime di condanna.
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Un gesto che non può essere ignorato
Il tifoso è stato identificato grazie alle riprese video e fotografiche effettuate all’interno dello stadio. Le autorità competenti, in collaborazione con la Juventus, hanno avviato le procedure per l’applicazione del Daspo, che in questo caso potrebbe essere a vita. L’episodio non è stato derubricato a semplice provocazione, è stato percepito come un attacco alla memoria storica del calcio italiano e delle vittime di quel tragico incidente.
Daspo come risposta necessaria
Il Daspo, strumento giuridico previsto per contrastare comportamenti violenti o indecorosi negli eventi sportivi, è stato invocato con forza da più parti. In questo caso, la sua applicazione non rappresenterebbe solo una sanzione, ma un segnale chiaro. Il gesto compiuto non può essere giustificato né minimizzato, soprattutto in un contesto che dovrebbe promuovere rispetto e passione sportiva.
La reazione del mondo sportivo
Condanne sono arrivate da tifosi, giornalisti e dirigenti, che hanno definito il gesto “ignobile” e “inaccettabile”. La Juventus ha preso le distanze dall’accaduto, collaborando attivamente con le forze dell’ordine per l’identificazione del responsabile. Anche il Torino ha espresso profonda amarezza, ricordando che Superga non è solo una tragedia granata, ma una ferita nazionale.
Superga: un simbolo che merita rispetto
La tragedia del 4 maggio 1949, in cui persero la vita 31 persone tra cui l’intera squadra del Grande Torino, è considerata una delle pagine più dolorose dello sport italiano. Ridicolizzarla equivale a profanare un luogo sacro della memoria collettiva.
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