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Attualità

Italia pronta a dare battaglia in Europa: cartellino rosso per la nuova tassa green

di Cinzia Rolli -


L’Italia grida con forza il suo no, minacciando il diritto di veto, alla proposta dell’Unione Europea di introdurre una nuova tassa cosiddetta verde per disincentivare l’uso di combustibili fossili come gas e carbone. L’idea è quella di ridurre le emissioni, di disincentivare l’uso di energie inquinanti e di trovare denaro per finanziare la transizione energetica e in generale tutte le iniziative di politica verde.

Per il Ministro dell’Economia e delle Finanze  Giancarlo Giorgetti firmare questa direttiva europea equivarrebbe ad una sorta di suicidio assistito.

Una nuova tassa graverebbe in modo pesante sulle famiglie e sulle imprese già soggette a forti incertezze economiche.

Inoltre la competenza nel settore fiscale dovrebbe rimanere una prerogativa degli Stati membri e Bruxelles dovrebbe gestire in modo efficace le spese già esistenti.

Il progetto ecologico nasce nel 2021, prima quindi della guerra in Ucraina e del problema del procacciamento del gas.

Il Presidente di Confindustria Orsini ha dichiarato che il vero pericolo per l’industria europea arriva dalla Cina.

La Cina Popolare continua infatti ad utilizzare materie prime inquinanti a danno dell’Europa che invece perde sempre più competitività.

Da circa un anno la Repubblica Popolare Cinese ha diminuito del 14% le esportazioni verso gli Stati Uniti ed aumentato invece quelle verso il Vecchio Continente.

L’Italia, e non da sola, mantenendo la sua posizione potrebbe non far passare la proposta o ottenere delle modifiche all’introduzione della nuova tassa ecologica. In materia fiscale e per l’introduzione di nuove imposte infatti occorre l’umanità di tutti gli Stati membri del Consiglio.

Lo scontro deve ancora iniziare. Sperando che le vittime non siano sempre le stesse: aziende e nuclei familiari.


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