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Attualità

Sciopero del 28 novembre: scalpita la piazza, chi ci sarà a Genova

A Genova la manifestazione dell'Usb: con Greta, pure Francesca Albanese e Yanis Varoufakis

di Cristiana Flaminio -


La data cerchiata in rosso si avvicina: il 28 novembre ci sarà lo sciopero. E interesserà non solo i trasporti. Ma si estenderà anche al personale scolastico, ai giornalisti dell’Fnsi che protestano per il rinnovo del contratto. Intanto, a Genova, si inizia a lavorare alla manifestazione di piazza. E ci saranno numerosi volti “noti” pronti a scendere in piazza insieme all’Usb e ai sindacati autonomi. Tra di loro, già annunciati, ci saranno Greta Thurnberg, l’ex ministro greco Yanis Varoufakis. Si scende in piazza contro la manovra, contro il riarmo e per testimoniare, ancora una volta, vicinanza a Gaza e alla Palestina.

Sciopero del 28 novembre: non ci sarà (forse) Roger Waters

L’elenco delle personalità pronte a scendere in piazza per la giornata di sciopero e mobilitazione indetta per il 28 novembre è lungo. L’appuntamento è a Genova. Ci saranno, già confermati da tempo, Greta Thunberg, Francesca Albanese e Thiago Avila. Insieme a loro, saranno della partita pure Yanis Varoufakis, Moni Ovadia, il giornalista Chris Hedges, Sabina Guzzanti, Vinicio Capossela. Si attendono ancora novità da Roger Waters. Con ogni probabilità, l’artista non sarà in piazza. Ma gli organizzatori non sembrano escludere sorprese dell’ultim’ora.

Le ragioni della protesta

A spiegare i motivi dello sciopero del 28 novembre una nota sottoscritta dal segretario di Usb Maurizio Rimassa e dal portuale José Nivoi, già membro della Freedom Flotilla: “Non abbiamo mai avuto e mai avremo un governo amico. La sanità pubblica è al capolinea, la privata supera ogni tetto di spesa. La scuola vive le stesse difficoltà e i salari non hanno recuperato l’inflazione”. Poi, noblesse oblige, Rimassa cita pure la crisi dell’Ilva per cui “da anni non vengono trovate le risorse necessarie al rilancio”. Ma grande spazio sarà dato alla vicenda palestinese: “È calata una cortina che vuole far dimenticare cosa accade, ma si continua a morire. Governo e Ue alimentano politiche di riarmo”.


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