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Agroalimentare, Prandini: “L’Italia anticipa gli scenari globali e rafforza le tutele”

di Laura Tecce -


“L’Italia, ancora una volta, ha il coraggio di anticipare quelli che possono essere gli scenari globali, a tutela di una filiera che sempre più ci caratterizza in termini di valore economico. Ricordiamo che l’intero comparto agroalimentare del nostro Paese vale 707 miliardi, conta quattro milioni di occupati e registra un valore storico delle esportazioni che nel 2024 ha superato i 69 miliardi.” Così il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, a margine della settima edizione degli Stati Generali dell’Export, ospitati nella prestigiosa sede di Palazzo Pallavicini Rospigliosi, commenta l’approvazione in prima lettura al Senato del Ddl Agroalimentare. Un provvedimento che persegue un duplice obiettivo: tutelare il consumatore e proteggere l’immagine del Made in Italy nel mondo, introducendo al tempo stesso un impianto organico di norme penali e amministrative per rafforzare sicurezza, trasparenza e competitività.

L’approvazione del Ddl Agroalimentare

Presidente, il primo step – l’approvazione in prima lettura – fa ben sperare: via libera a Palazzo Madama senza voti contrari…
“Senza dubbio si tratta di un grande passo avanti per la sicurezza della filiera agroalimentare, nella quale già ci distinguiamo rispetto a molti altri Paesi. La nuova legge punta anche a tutelare ciò che avviene all’interno della filiera – dal rafforzamento della tracciabilità alla trasparenza – e questo diventa un elemento di certezza. Il provvedimento cercherà di contenere il più possibile le frodi, e chi le compirà sarà pesantemente penalizzato e sanzionato, sia economicamente sia dal punto di vista penale.”

Italian sounding e tutele agroalimentari nei mercati internazionali

Non più tardi di una settimana fa, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha denunciato un caso di Italian sounding addirittura all’interno delle istituzioni europee. Quanto incidono i comportamenti economici scorretti?

“Oggi il valore complessivo dell’Italian sounding nel mondo è pari a circa 120 miliardi di euro, e un terzo riguarda il mercato statunitense. A maggior ragione, quando si parla di accordi con Paesi emergenti, diventa sempre più necessario tutelare i nostri prodotti e le nostre DOP. Oggi, purtroppo, in molti mercati questa tutela non esiste, e ciò favorisce la contraffazione. Se riuscissimo a recuperare anche solo una parte di quei 120 miliardi e trasformarli in ‘vero’ prodotto agroalimentare italiano, la filiera registrerebbe una crescita esponenziale, con ricadute anche sociali e occupazionali. È la dimostrazione che l’agroalimentare resta in Italia il settore più attrattivo. La tutela, ripeto, oggi è più che mai fondamentale per evitare distorsioni che sottraggono valore al nostro Paese.”

Dazi, distorsioni e rapporti con UE e Cina

A proposito di distorsioni: i dazi sono sicuramente una distorsione del sistema economico, e per molti versi una misura ormai obsoleta. Gli effetti sono già evidenti?

“Purtroppo sì: se consideriamo l’intero valore della filiera agroalimentare negli Usa, non abbiamo la crescita registrata lo scorso anno. Nei primi nove mesi dell’anno è stata praticamente pari a zero. Fortunatamente stiamo crescendo in altri Paesi, quindi le esportazioni nel complesso andranno bene anche per il 2025, con un +5%. Tuttavia fa riflettere che proprio il mercato in cui crescevamo di più in termini percentuali si sia improvvisamente bloccato. Inoltre, ci sono dazi di cui non si parla: la Cina, ad esempio, circa un mese fa ha applicato dazi superiori al 60% sul comparto suinicolo. Un mercato che per noi stava diventando sempre più rilevante è stato di fatto cancellato.

Da questo punto di vista, anche l’incontro che abbiamo avuto la scorsa settimana con il commissario europeo per il Commercio, Sefcovic, rientra nell’esigenza che anche a livello europeo – e non solo come singoli Stati membri – ci sia un’azione congiunta e tempestiva nel contrasto a queste misure, invece di continuare a subirle passivamente, come è avvenuto negli ultimi mesi.”

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