Nucleare, per l’Ain la filiera creerà 117mila posti di lavoro
I numeri Unem, ecco quanto spendiamo oggi in petrolio e gas: "Ma la Russia non ha perso così tanti volumi"
Via con l’atomo: l’Ain, l’associazione italiana nucleare ha svelato in un report quali saranno le prospettive della strategia nazionale verso il ritorno, appunto, al nucleare. Intanto arrivano i dati della “fattura energetica” che il sistema Paese ha dovuto pagare (e sta pagando ancora) per far fronte al fabbisogno. Secondo Unem, l’Italia spenderà poco più di 53,5 miliardi di euro. Ed è davvero interessante l’analisi che fa l’Unione nazionale per le energie della mobilità.
Ain e le prospettive del nucleare mentre si spendono 53,5 miliardi di “fattura” energetica
Secondo cui, nel 2025, il prezzo che spende il Paese è in calo del 4,2% per un risparmio complessivo da 2,3 miliardi. Merito delle quotazioni basse del petrolio, che, combinate al rafforzamento del cambio euro-dollaro, hanno comportato un importante risparmio per l’Italia. Che ha speso quest’anno 23 miliardi di euro. Un conto in ribasso di quasi quattro miliardi (3,9 per la precisione) rispetto all’anno scorso. La spesa per il gas naturale, invece, resta al top e anzi rincara di 1,1 miliardi. Gli equilibri, in termini di fornitori, si sono spostati. Ma meno drammaticamente di come ci si attendeva, almeno secondo l’analisi del presidente Unem Gianni Murano: “La Russia non perde così tanti volumi come si poteva pensare, ma chi guadagna davvero quote di mercato sono gli Usa, leader nella produzione di gas ma soprattutto di oil”.
Lo scenario dell’atomo
Il tema energia rimane al centro del dibattito. E ieri Federmeccanica lo ha ricordato ancora una volta: “L’elevato costo dell’energia brucia valore ed è fondamentale che vengano adottate azioni incisive per una sua drastica riduzione. Non si può attendere perché i nostri competitor vanno avanti grazie a condizioni migliori. Bisogna fare presto e fare bene”, ha affermato il dg dell’organizzazione Stefano Franchi. E tra le iniziative che l’Italia sta assumendo per il futuro c’è pure quella che contempla il ritorno al nucleare.
“Impatto fino al 2,5% del Pil”
Un’ipotesi che, stando ai numeri diffusi da Ain, è a dir poco interessante poiché, da sola, l’energia nucleare potrebbe contribuire a creare qualcosa come 117mila nuovi posti di lavoro, di cui ben 39mila diretti nelle filiere industriali, aiutando la crescita del Paese con un impatto economico stimato in circa il 2,5% del Pil. Nel report Ain, inoltre lo scenario di una supply chain (quasi) totalmente europea. Allo stato attuale, oggi, nel mondo ci sono 420 reattori operativi, in costruzione ce ne sono altri sessanta. Gli investimenti nell’atomo sono cresciuti del 40 per cento in soli cinque anni. Oggi un quarto dell’energia decarbonizzata prodotta in Europa è ascrivibile proprio al nucleare. I costi, come dimostra il boom economico spagnolo, sono infinitesimali rispetto al prezzo che, adesso, si paga per il gas.
Pichetto e le decisioni condivise
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin, perciò, va avanti: “Il passaggio dal dibattito all’attuazione richiede una comunicazione chiara, inclusiva e basata su evidenze scientifiche. Il nucleare può contribuire in modo decisivo alla sicurezza energetica, alla competitività industriale e agli obiettivi climatici del Paese, ma solo attraverso un confronto trasparente con istituzioni, imprese, comunità scientifiche e cittadini”. Un dialogo che per il titolare del Mase oggi “è sempre più informato e meno influenzato da interpretazioni semplificate o ideologiche, segno di una discussione pubblica in progressiva maturazione. Lavorare insieme nel dialogo e nella responsabilità significa creare le condizioni perché le scelte sul futuro energetico siano condivise, comprese e sostenibili”.
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