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Economia

La scelta di Ursula: “Asset russi o nuovo debito”

La presidente della Commissione si attende discussioni intense al Consiglio Europeo: "Garantire sostegno a Kiev"

di Martino Tursi -


Il giorno dei giorni di Ursula von der Leyen: “Scegliete: o gli asset russi o il debito”. La presidente della Commissione Europea, al suo arrivo al Consiglio, già mette i leader Ue di fronte a una scelta che non ammette nessuna terza via. L’Europa ha da rastrellare fondi per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina. E ci sono soltanto due strade percorribili. O quella di sfruttare gli asset russi attualmente congelati oppure quella di sottoscrivere nuovo debito, magari comune.

La scelta di Ursula: “Asset russi o debito”

Le parole della presidente della Commissione sono a dir poco nette: “Ho presentato due proposte, due opzioni sul tavolo per questo finanziamento. Una è il finanziamento attraverso il bilancio dell’Ue, prendendo a prestito a valere sul bilancio, e la seconda possibilità è il prestito di riparazione. Quindi oggi discuteremo su quale delle due utilizzare”. Ursula sa che non sarà una discussione semplice e che l’attende uno sforzo titanico per tentare una mediazione: “Quindi oggi discuteremo su quale delle due utilizzare. Saranno discussioni intense. Per me, la parte più importante è che, alla fine, abbiamo garantito il finanziamento per l’Ucraina per i prossimi due anni”.

Cosa si aspetta VdL dal Consiglio

La presidente della Commissione si aspetta dunque una riunione molto vivace. Ma per Ursula la scelta fondamentale, tra asset russi o debito, dovrà essere presa. Perché il tempo stringe: “Questo Consiglio europeo giunge in un momento molto decisivo. Abbiamo un obiettivo finale in questo Consiglio europeo, ed è la pace per l’Ucraina. Per questo l’Ucraina ha bisogno di un finanziamento sicuro per i prossimi due anni, il 2026 e il 2027”. E ancora: “E’ positivo che il Consiglio europeo si sia impegnato l’ultima volta a colmare il deficit di finanziamento dell’Ucraina per i prossimi due anni. Stiamo parlando di 137 miliardi di euro, stimati come necessari, secondo la nostra stima e quella del FMI, e ci siamo impegnati a coprirne due terzi, 90 miliardi di euro”.


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