Esteri

“La visita ha un significato molto forte ma attenzione alla reazione di Putin”

di Edoardo Sirignano -


“Gli Usa daranno il sostegno all’Ucraina fino a quando sarà necessario. Altro che lavarsi le mani”. Per Andrea Margelletti, presidente Centro Studi Internazionali, questo è il messaggio della recente visita di Biden a Kiev.
Quanto è importante, a livello simbolico, l’incontro?
Ha un significato molto forte. È un endorsement verso Zelensky. Nel momento in cui la propaganda russa continua a sottolineare che gli americani sono stanchi del conflitto, Biden evidenzia come gli Usa daranno un supporto fino a quando sarà necessario o meglio ancora fino a quando l’Ucraina riuscirà ad acquistare tutta la sua integrità territoriale. Messo, quindi, finalmente un punto sul tipo di aiuti che gli americani daranno a chi è invaso.
Ciò comporterà un’accelerazione del conflitto?
Non è dovuta a una visita, ma a fattori sul campo.
I razzi a lungo raggio, però, potrebbero cambiare lo scenario?
Saranno certamente utili a chi resiste. Quando sento parlare di armi che possono cambiare l’esito del conflitto, si tratta di suggestioni giornalistiche. Le guerre si vincono per una molteplicità di fattori, non perché arriva un tipo di razzo o un carro armato.
Qualcuno, intanto, ipotizza come la scelta della Casa Bianca sia una sorta di volersi lavare le mani su quanto accade in Europa…
Rimango turbato nel sentire ancora tali affermazioni. Un presidente degli Stati Uniti va, con tutti i rischi connessi, a Kiev e qualcuno ne vede un disinteresse. Mi sembra una ricostruzione abbastanza ardita. La pace la si chiede a chi attacca, non a chi difende la propria casa. I morti, i feriti, i lutti sono un onere di chi ha invaso. Questo è l’unico messaggio che deve passare. Altrimenti è come dire che ha ragione uno stupratore perché una ragazza andava in giro in minigonna. C’è ancora differenza tra vittima e carnefice? Una donna ha titolo a essere provocante quanto vuole, ma nessun uomo può abusare di lei.
Esistono ancora le condizioni per ottenere un cessate le armi?
Non esistono da un anno, dal momento in cui i russi hanno iniziato l’invasione.
Meloni, intanto, oggi incontra il premier della Polonia. Che significa tale visita?
L’Italia è un alleato serio, coerente con i propri impegni internazionali e a fianco di chi vede violati i propri diritti.
Gli aerei, che invierà il nostro Paese a Zelensky, quanto saranno importanti?
Bisogna vedere innanzitutto cosa si farà e cosa si darà. Non c’è nulla di ufficiale. Qualunque aiuto, comunque, sarà un mattone per aiutare un popolo a ricostruire la propria patria.
La guerra aerea, intanto, distrugge ogni cosa…
Non sono le armi che stanno dando gli Occidentali per difendersi a distruggere l’Ucraina, ma l’invasione russa.
C’è più di qualcuno, comunque, che sostiene che i Leopard arriveranno troppo tardi?
Sono scelte politiche. L’importante è dare quanto necessario a chi è vittima di un attacco. Detto ciò, ciascuna nazione dovrà assumersi la responsabilità o il merito di scelte tardive o tempestive.
Volendo parlare di deadline. Quanto dureranno ancora le ostilità?
Fino a quando Mosca non deciderà di fare la pace. Al buio e al freddo, certamente, non si potrà stare per molto. Dobbiamo augurarci che vengano dati agli ucraini tutti gli strumenti necessari affinché le infrastrutture critiche, penso a quelle energetiche durante l’inverno, non diventino oggetto di bersaglio. Ricordiamo che ci sono state moltissime persone che sono morte non per le bombe, ma per assideramento, ovvero una conseguenza della distruzione di strutture, che nulla hanno a che vedere con le caserme o i rifornimenti bellici.
Nel frattempo, in Europa, l’opinione pubblica è stanca di subire le conseguenze di uno scontro che sente lontano…
La gente in Occidente è disattenta e stanca della guerra. Finanche la stampa, purtroppo, spesso ha voglia di raccontare altro. Grazie a settanta anni di pace, ci siamo focalizzati di più su quello che abbiamo piuttosto che su chi siamo. Non mi riferisco solo all’Italia. Uomini e donne sono molto più attenti rispetto al proprio benessere che all’essenza della democrazia.
Si può arrivare a una guerra nucleare?
Esiste una possibilità dal momento in cui sono state inventate le armi nucleari. Detto ciò, i rischi ora sono elevatissimi. Ciò non vuol dire che avvenga un conflitto atomico.
I russi, però, potrebbero stancarsi di non vincere…
Assolutamente! Ecco perché bisogna fare in modo che non siano in condizione di fare determinate scelte. Una sconfitta convenzionale e una pace politica tra i due Paesi sono le strade da intraprendere. Nessuno può dare, comunque, tempistiche. Se lo fa è in malafede o ha problemi di salute mentale.

Torna alle notizie in home