Ambiente

A Brescia il data center che riscalda la città

La crescita del mercato trainata dal segmento edge, "di prossimità" nei territori

di Angelo Vitale -


A Brescia, grazie a una collaborazione tra l’italiana A2A e la francese Qarnot, è stato realizzato il primo data center in Italia dotato di una tecnologia avanzata che consente di recuperare il calore generato dai server per utilizzarlo nella rete di teleriscaldamento urbana. Una novità significativa nell’ambito della sostenibilità energetica applicata a queste infrastrutture.

Il data center che riscalda la città

L’infrastruttura utilizza un sistema di raffreddamento a liquido, che permette di recuperare il calore a temperature elevate (fino a 65°C), idoneo per essere direttamente immesso nella rete di teleriscaldamento cittadina.

A regime, il progetto consentirà di soddisfare il fabbisogno termico di oltre 1.350 appartamenti.

Un mercato in crescita, miliardi di investimenti

Il settore dei data center in Italia sta vivendo una crescita record: nel 2024, la potenza installata delle strutture italiane ha raggiunto i 513MW IT (+17% rispetto al 2023), con un volume d’affari complessivo per la colocation a 765 milioni di euro.

Sono stati investiti oltre 5 miliardi di euro nel biennio 2023-2024; altri 10 miliardi sono previsti entro il 2026.

In forte espansione la domanda di servizi spinta da AI, cloud, IoT, digitalizzazione e nuovi progetti di infrastruttura, per esempio cavi sottomarini per la connettività internazionale.

Edge o grandi data center?

I grandi data center sono il cuore della crescita, soprattutto a Milano, trainati da big tech internazionali e dalla richiesta di grandi volumi di potenza e servizi infrastrutturali.

I modelli edge, distribuiti e di dimensioni medio-piccole, stanno guadagnando rilevanza per applicazioni che richiedono latency ridotta e gestione locale del traffico dati, come smart city, AI, 5G, IoT, telemedicina e realtà aumentata.

I grandi data center nelle aree metropolitane continuano a trainare il mercato italiano per volume di investimenti e capacità. Tuttavia, la crescita più dinamica riguarda il segmento edge, grazie all’esplosione di servizi digitali “near user” e all’esigenza di ottimizzare latenza e costi energetici.


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