Esteri

A Gaza anche la speranza è in fuga

di Ernesto Ferrante -


Il dramma della popolazione di Gaza sembra non conoscere fine. Tra una proposta di tregua e l’altra, formulata e riformulata fino a risultare insoddisfacente e inefficace, come accade da mesi, la gente continua a morire sotto le bombe israeliane o per stenti e mancanza di cure. “L’inizio della distribuzione di cibo, coordinata dalla neonata organizzazione Gaza Humanitarian Foundation, è stato disastroso e ha confermato che il piano degli Stati Uniti e di Israele per strumentalizzare gli aiuti umanitari è inefficace”, ha affermato Christopher Lockyear, segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf).

“Il 27 maggio, si legge in una nota diffusa dall’organizzazione, nella prima distribuzione a Rafah, decine di persone sono rimaste ferite e colpite da colpi d’arma da fuoco mentre venivano distribuite quantità del tutto insufficienti di beni di prima necessità in mezzo al caos. I palestinesi, privati di cibo, acqua e assistenza medica per circa tre mesi, sono stati rinchiusi dietro recinti mentre aspettavano di ricevere gli aiuti di prima necessità: un duro promemoria del trattamento disumano imposto dalle autorità israeliane da oltre 19 mesi”.

Chi riesce a sopravvivere alla fame, può incappare in una condanna a morte ancora più atroce. L’ultimo ospedale ancora operativo nel nord dell’enclave palestinese, l’Al-Awda a Jabalia, è stato costretto a sospendere ogni attività dopo che l’esercito israeliano ha ordinato a tutte le persone presenti nella struttura, “inclusi pazienti gravemente malati e feriti, di evacuare”. A denunciarlo è ActionAid. Il personale sanitario ha riferito di non aver potuto portare con sé alcuna attrezzatura o fornitura medica.

Le forze di difesa israeliane hanno demolito un tunnel di Hamas lungo un chilometro nella zona di Khan Younis. Il passaggio è stato scoperto dalla Commando Brigade e dall’unità d’élite del genio bellico Yahalom, nel mezzo di una nuova offensiva contro la fazione palestinese.

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha visitato Sa-Nur, uno dei 22 insediamenti in Cisgiordania approvati dal Gabinetto di Sicurezza. “Questo è un momento storico per l’insediamento, una risposta schiacciante alle organizzazioni terroristiche e un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici: si può riconoscere uno Stato palestinese sulla carta, e quella carta finirà nel cestino della storia”, ha dichiarato Katz. “Costruiremo lo Stato ebraico israeliano in Cisgiordania. Israele prospererà e fiorirà”, ha aggiunto il ministro.

La Spagna ha condannato fermamente la recente decisione dello Stato ebraico, avvertendo che tale decisione viola il diritto internazionale. “Gli insediamenti in Cisgiordania sono illegali secondo il diritto internazionale, compromettono la fattibilità della soluzione dei due Stati e rappresentano una minaccia per la pace”, ha fatto sapere il Ministero degli Esteri di Madrid in un comunicato.

“La pace nella regione richiede la realizzazione di uno Stato palestinese sovrano, comprendente Gaza e la Cisgiordania, con Gerusalemme Est come capitale”, ha proseguito il ministero. La comunità internazionale, compresa l’Onu, ritiene che gli insediamenti israeliani siano illegali secondo il diritto internazionale.


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