Cultura & Spettacolo

A Milano è ora di fare “Caciara”

di Nicola Santini -


Presi come siamo dai cliché milanesi, che vogliono la città simbolo di rigore ma anche di una certa rigidità, mettere la parola caciara nella stessa frase dove compare la parola Milano, pare impossibile. Eppure basta varcare la soglia di questo locale recentemente aperto nel quartiere godereccio di Porta Venezia, per immergersi in un’atmosfera che miscela il meglio di Roma e Milano in una stanza sola. Una stanza che parla di cultura e design con un’idea assai precisa. Il futurismo mediterraneo dagli anni ’30 agli anni ’50 è il filo conduttore che accompagna l’ambiente. Tutto quello che si vede sui muri è un inno al design e all’arte del ‘900, con le stampe originali delle pubblicità storiche di Branca – marchio che con le sue bottiglie ha firmato anche le vetrine del locale – direttamente dalla Fondazione Massimo e Sonia Cirulli di Bologna. Le luci sono affidate ai lampadari e alle lampade da soffitto vintage firmate negli anni ’50 da Luigi Caccia Dominioni. il tutto, piatti e cocktail compresi si moltiplica e si riflette negli specchi, grandi ed eleganti degli anni ’50, mentre la carta da parati nella sala principale e la tappezzeria del divano nella sala privata di Caciara, sono disegni originali dell’illustratore milanese Alberto Casagrande che ha firmato tutto il concept visivo del locale.
Padrona di casa, deus ex machina e ideatrice di questo locale è Chiara Tosato, un trascorso importante nella moda, e questa seconda vita da ristoratrice che dà una seconda vita anche al divertimento urbano in una città che sul fronte gastronomico sta vivendo una primavera particolarmente rigogliosa.
Al Caciara si fa per bere, per mangiare e per divertirsi. L’idea di ascoltare sempre buona musica, di alzarsi dal tavolo avendo mangiato divinamente, ma mantenendo l’energia per fare -appunto- caciara, è stata accolta con grande entusiasmo dalla città, dove il locale è l’hot spot romano più cool dove fare serata.
I grandi classici della cucina romana ci sono tutti. Una cacio e pepe che ti viene mantecata sotto gli occhi con maestria e ritmo, passa poi con disinvoltura il palato ad altrettanti piatti contemporanei che trovano le risposte anche per celiaci e vegani perché tutti hanno diritto a poter fare caciara senza porsi limiti di gola.
La cantina è ideata per fare pendant ad una cucina verace, con grandi etichette in una carta democratica dove trovano spazio anche ottime bottiglie per chi ci va piano. Merita una nota il cocktail bar di Caciara che apre le danze del godersela in spensieratezza, con proposte dal gusto italiano e lavorazioni artigianali curate dalla Bartender capace di rivoluzionare con un bicchiere tutte le idee che arrivano dalla cucina un un sorso solo.
Ho trovato particolarmente godibile chiamare “apristomaco” la lista degli antipasti. Il menu cambia ogni mese, perché la noia non sia contemplata.
Da provare nel menu “da condividere” la pizza al padellino con impasto al carbone vegetaleFior di latte e fiocchi di ricotta d’Agerola, guanciale croccante artigianale di Amatrice, scaglie di tartufo e scaglie d’oro 24 carati, miele al tartufo.


Torna alle notizie in home