Economia

L’Antitrust striglia i Comuni: “Più licenze per i taxi”

di Cristiana Flaminio -


Adesso i Comuni non hanno più scuse: l’Antitrust ordina agli enti locali di aumentare il numero di licenze per i taxi. L’autorità garante per la concorrenza e il mercato, ieri mattina, ha caldamente invitato i Comuni a “adeguare il numero delle licenze alla domanda, spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset” e a farlo “adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze”. L’authority, infatti, ha ritenuto “necessario rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubblico l’esito del monitoraggio”. Secondo l’Autorità andrebbero poi “adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni”. A proposito di taxi sharing, l’Agcm ha tirato le orecchie ai tassisti fiorentini ricordando loro che “è obbligatorio quando almeno tre utenti sono diretti verso la stessa zona di destinazione”. E ha notato inoltre come, nel capoluogo toscano manchi “un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio”. Peggio va a Palermo dove l’autorità ha stigmatizzato “la strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni”. Insomma, l’Antitrust vuole più taxi e i Comuni, che finora hanno sonnecchiato, devono darsi subito una svegliata.


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