Askatasuna, scontri al corteo: “Lo difendiamo con la lotta”
Un gruppo di manifestanti tenta di raggiungere lo stabile sgomberato, respinti dai poliziotti con gli idranti
“Askatasuna non si tocca”, via al corteo dopo lo sgombero dei giorni scorsi a Torino. Questo pomeriggio i militanti del centro sociale finito al centro delle polemiche e della cronaca per le feroci contestazioni a favore della Palestina e le violenze alla redazione de La Stampa hanno deciso di scendere in piazza. Per difendere il diritto all’esistenza del centro sociale, hanno deciso di manifestare poco più di duemila persone.
Askatasuna, via al corteo
In testa al serpentone ci sono le famiglie, i bambini. Poi, dietro, una selva di cartelli e striscioni che urla lo stato d’animo dei manifestanti e la loro pretesa. “Askatasuna non si tocca”. E quindi la promessa: “Lo difenderemo con la lotta”. Sperando che sia pacifica e non quella che, in troppe occasioni, s’è vista tra le contestazioni a Leonardo e sulla vicenda della Tav oltre che alle manifestazioni Pro-pal che nei giorni scorsi hanno portato il centro sociale al centro delle cronache nazionali.
Imponenti misure di sicurezza
E non potrebbe essere altrimenti. L’assembramento, sotto Palazzo Nuovo, sarà “scortato” da un importante schieramento di poliziotti e forze dell’ordine, per evitare l’insorgere di incidenti, violenze e scontri. I commercianti della zona hanno paura e temono atti di vandalismo. Intanto dal centro sociale hanno fatto sapere che questa sarà solo la prima iniziativa. Dopo il corteo di oggi, sarà aggiornato tutto a dopo le feste di Natale. Si partirà con un’assemblea pubblica prevista per il 17 gennaio e si proseguirà con un (altro) corteo nazionale in programma il 31 gennaio prossimo.
Scontri al corteo
All’altezza di Corso Regina, dove sorge lo stabile occupato, e poi sgomberato, dal centro sociale Askatasuna, una parte di manifestanti si sarebbe allontanata dal corteo per tentare di rientrare nell’immobile. Nel farlo c’è stato un tentativo di forzare il cordone di sicurezza allestito dalle forze dell’ordine. Che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Contestualmente, un altro gruppo aveva tentato una manovra per le stradine secondarie con l’obiettivo di raggiungere lo stabile. Anche stavolta sono stati respinti. Intanto sono stati dati alle fiamme diversi cassonetti e spuntano scritte minacciose contro l’assessore regionale Maurizio Marrone, dato in predicato di candidarsi, per il centrodestra, come sindaco a Torino.
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