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Slitta la Sugar Tax, Assobibe: “Bene, estendere rinvio a un anno”

La posizione dei produttori: "Ecco perché la tassa non funzionerà"

di Giovanni Vasso -


Slitta la sugar tax ma ai produttori Assobibe sei mesi non bastano più. Più che una polemica, tutt’altro, una questione di metodo: occorre dare fiato, sul serio, alle aziende e, per farlo. è necessario allargare gli orizzonti dello stop alla tassa sulle bevande zuccherate imposta dall’Unione europea (anche) all’Italia. La visione di Giangiacomo Pierini, presidente dell’organizzazione, è chiarissima: grati al governo ma, se possibile, bisogna iniziare a pensare di fare qualcosa in più e, per ottenerlo, è necessario coinvolgere il Parlamento: “Ringraziamo il governo e, in particolare, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo, e il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, per la costante attenzione mostrata”, esordisce Pierini in una nota. Chiamando in causa Camera e Senato: “Auspichiamo che in Parlamento si consideri uno slittamento di almeno un anno o la definitiva cancellazione di questa imposta contro il made in Italy, così da evitare alle imprese di ritornare in uno stato di incertezza nel giro di pochissimi mesi. Il nostro è l’unico comparto su cui pendono due nuove tasse come la Sugar e la Plastic tax, non sostenibili per chi fa impresa nel Paese”. L’impatto della tassa sui produttori italiani rappresenterebbe, oltre al danno economico che ne deriverebbe, la beffa perché, come racconta Pierini, “la tassa, al di là del nome, colpisce il 100 per cento della produzione nazionale perché non si applica sullo zucchero, ma sulla dolcezza: prodotti con o senza zucchero, quindi con o senza calorie, sono tassati allo stesso modo”. Ma non basta: “Anche qualora l’imposta posticipata fosse una vera tassa sullo zucchero, cosa che non è, in Italia non è necessario contenere i consumi di bevande analcoliche: sono stabili da anni, registrano un calo costante delle versioni zuccherate e rappresentano appena lo 0,9% del totale delle calorie quotidiane. Inoltre – aggiunge il presidente Assobibe -, negli ultimi anni, le imprese del Settore hanno tagliato di oltre il 41% lo zucchero immesso in consumo attraverso i protocolli siglati con il ministero della Salute e riformulato le ricette classiche a favore di versioni light”. A bocciare l’espediente Ue per far consumare meno zucchero ai cittadini, tra gli altri, sarebbe stata proprio l’Organizzazione mondiale della Sanità: “Recentemente anche l’Oms ha chiarito in un proprio studio che non è tra le opzioni principali da adottare nei Paesi ai fini di migliorare la salute dei cittadini”, ha sottolineato ancora il presidente Assobibe stroncando, una volta e per tutte, la Sugar tax.


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