Cronaca

Baby Touché e la deriva della maleducazione: Monselice aggressione in piscina

Baby Touché, è stato protagonista di un’aggressione all’interno della piscina comunale di Monselice

di Gianluca Pascutti -

Monselice, rissa in piscina, nuovi guai per il trapper Baby Touchè


Monselice, una tranquilla cittadina del padovano, si è trasformata in un palcoscenico di violenza e inciviltà lo scorso 4 giugno, quando il trapper Baby Touché, al secolo Mohammed Amine Amagour, è stato protagonista di un’aggressione vergognosa all’interno della piscina comunale.

Il giovane artista, accompagnato da quattro amici, ha preteso lettini e ombrellone gratuiti, di fronte al giusto rifiuto degli operatori della struttura, il gruppo ha dato inizio a un’escalation di insulti, minacce e atti violenti. Quando il titolare della piscina, Marco Canova, è intervenuto per difendere una dipendente, è stato spintonato brutalmente a terra dallo stesso Baby Touché. Una scena ripresa in video, diventata virale in poche ore, che mostra chiaramente l’arroganza e la prepotenza con cui questi giovani pretendono di imporsi.

Non è la prima volta che il trapper è coinvolto in simili episodi: il suo curriculum conta già quattro Daspo urbani e una lunga scia di episodi violenti, da Padova a Vicenza, passando per Milano e Ponte San Nicolò. Ora, con la nuova denuncia per minacce e danneggiamenti a Monselice, rischia un quinto provvedimento. Ma viene da chiedersi: quanto ancora si tollererà questo comportamento?

A rendere il quadro ancora più inquietante, qualche giorno dopo l’aggressione, nella notte, due ragazzi incappucciati hanno vandalizzato la stessa piscina comunale. Sono stati distrutti giochi per bambini, rotti lettini e rubati alcuni contanti dalla cassa, poche decine di euro, ma il gesto ha scosso ancor di più la comunità.

È evidente che non si tratta più di casi isolati. Siamo di fronte a una generazione cresciuta nel culto dell’arroganza e del disprezzo per le regole, dove la violenza diventa linguaggio e la prepotenza, forma di espressione.

Le autorità locali stanno valutando sanzioni più severe, ma è la società tutta che deve reagire. Serve un messaggio forte, chiaro, definitivo: il rispetto viene prima del successo, la convivenza civile prima della fama social.


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