L’Iran scuote le Borse: Milano flop, volano Eni e Leonardo
Tra le primissime conseguenze dell’attacco di Israele all’Iran c’è il tracollo delle Borse, per ora di quelle asiatiche. Trump sarebbe stato “informato” dell’imminente attacco di Israele all’Iran e lo avrebbe dichiarato a un giornalista di Fox News. Del resto, la Casa Bianca nelle scorse ore aveva disposto un ordine di allontanamento per parte del personale dislocato nell’area del Medio Oriente proprio perché si temeva che la situazione avrebbe potuto deflagrare a breve in un attacco. È proprio Fox News a ribadire che l’amministrazione americana si è defilata dall’attacco ribadendo a uno degli alleati nella regione la sua estraneità all’iniziativa militare israeliana. Trump, però, pensa che “l’Iran non può avere la bomba atomica e speriamo di tornare al tavolo dei negoziati”. Il presidente, però, aveva offerto quasi un presagio: “Vedremo. Diversi leader non torneranno”.
Caos sui mercati
L’attacco israeliano all’Iran, ben più rumoroso del proverbiale battito d’ali della farfalla, ha già sortito un tornado sulle borse aperte al momento del blitz e più in generale sulle piazze asiatiche. Dove è ricominciata la marcia dell’oro e del petrolio. In particolare il brent, in pochissimo tempo addirittura il 9 per cento del valore schizzando a 75,10 dollari al barile mentre il Wti s’attesta a 73,92 dollari. Ma questo, però, è solo l’inizio. La giornata, difatti, si presenta già convulsa e all’insegna del caos e della paura. Con il petrolio aumenta il bene rifugio per eccellenza, ossia l’oro la cui quotazione è tornata a salire: in Asia ora passa di mano a 3.447.15 dollari l’oncia per un aumento stimato nell’1,31 per cento. Per il resto, il bollettino complessivo delle trattazioni borsistiche è impietoso e tutto all’insegna del segno meno. Tokyo cede l’1,15%, Shangai per lo 0,85% e Hong Kong perde quasi un punto (-0,98%). Peggio di tutti Seul: -1,33%. Pare solo l’antipasto: sarà una giornata di caos sui mercati.
“Raffinerie petrolio non sono state colpite”
Da Teheran, il ministero del petrolio iraniano ha fatto sapere che le infrastrutture energetiche del Paese, legate allo sfruttamento dell’oro nero, non sono state interessate dagli attacchi provenienti da Israele. In una nota ufficiale, il governo dei pasdaran ha riferito che “nessun danno è stato causato agli impianti di raffinazione e ai depositi di petrolio del Paese e attualmente le operazioni presso questi impianti e la fornitura di carburante continuano in tutte le regioni del paese senza interruzioni”. Una notizia che attende ulteriori conferme mentre il prezzo del petrolio continua a salire trascinando verso l’alto (anche) i titoli azionari delle aziende energetiche.
Milano flop, guadagnano Eni e Leonardo
Anche Piazza Affari apre all’insegna del segno meno. La seduta di oggi vede il Ftse Mib perdere già più di un punto e mezzo, per la precisione si tratta dell’1,52%. E siamo solo all’inizio. A trascinare gli indici verso il basso ci sono i bancari, in caduta libera ma a causa degli sviluppi del risiko bancario. Banca Popolare di Sondrio lascia sul terreno il 2,79% dopo aver giudicato penalizzante per i suoi soci l’Opsv lanciata da Bper. Cedono anche Mps (-2,58%) e Unicredit (-2,54%). Alza la testa, dopo le perdite degli ultimi giorni, Leonardo le cui azioni guadagnano in apertura addirittura il 2,50 per cento. Bene anche Eni che beneficia degli aumenti del prezzo del petrolio e registra un rialzo dell’1,7%.
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