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Bruna Corradetti: ogni giorno, la ricerca della meraviglia

Tra le 100 eccellenze italiane per i giovani talenti, studia la medicina rigenerativa a Houston

di Angelo Vitale -


Bruna Corradetti è nata a Castignano, un piccolo borgo delle Marche, dove ha imparato sin da bambina a fare ricerca, a guardare la natura con meraviglia.

Bruna Corradetti: la ricerca della meraviglia

“La ricerca è nel mio Dna”, dice spesso. Non lo afferma a caso: da piccola chiese ai suoi genitori di regalarle un microscopio vero, perché voleva vedere il mondo in miniatura, nei suoi elementi più segreti. Da allora, non si è fermata più.

Dopo la laurea in Biologia Molecolare all’Università Politecnica delle Marche, è volata all’estero per il dottorato: ha studiato tra il Scottish Centre for Regenerative Medicine e la Yale University.

Nel 2012 ha ottenuto una borsa per la medicina molecolare trasferendosi in Texas. Presso lo Houston Methodist Research Institute lavora su nanomateriali bioattivi progettati per rigenerare tessuti muscolo‑scheletrici e combattere danni cronici.

Oggi dirige un gruppo di ricerca al Baylor College of Medicine di Houston. Un obiettivo chiaro: sviluppare terapie rigenerative che sfruttano cellule staminali, nanomateriali e segnali immunitari per stimolare il corpo a ripararsi. Anche in situazioni difficili come ferite croniche o malformazioni congenite.

Una italiana speciale

Ma ciò che rende Bruna davvero speciale è la sua visione: non dà la scienza per scontata. Ha un sogno sociale forte: vuole restituire alle sue radici marchigiane non solo il suo successo, ma anche la speranza e gli strumenti per i giovani.

“Il mio sogno più grande, circondarmi di giovani – ha detto a Il Resto del Carlino -. Parlare con loro, aiutarli a costruire un sogno anche quando il percorso è pieno di ostacoli”.

Una immagine potente

Durante il congresso della Società Italiana di Anatomia e Istologia, ha usato un’immagine potente: la scienza come “mare in tempesta, difficile da navigare”, che però si può attraversare se si costruisce una rete di sostegno, si condividono idee e fallimenti, e si coltiva la resilienza.

I riconoscimenti

Nel suo percorso, molti onori. Inserita tra le 100 Eccellenze Italiane per “giovani talenti”, è diventata segretaria della sezione scientifica della Società europea di medicina traslazionale.

Nel 2019 ha ricevuto il premio BWP Cup: un riconoscimento per la sua passione, il suo entusiasmo e la sua intraprendenza. Più recentemente, ha vinto il Premio Adriatico alla carriera, per il suo contributo alla medicina rigenerativa.

Il richiamo della terra

La sua personalità, anche nei momenti più intimi. Quando parla del suo legame con le Marche, non usa parole da scienziata fredda, ma da “guerriera”: resiliente, tenace, capace di combattere le sfide e rialzarsi.

Suo, pure il coraggio di non nascondere le fragilità. Durante la pandemia ha scritto un libro sulle difficoltà incontrate nella vita di ricerca, sottolineando che anche chi studia le cellule ha paure e dubbi.

La sua “scintilla”

La sua “scintilla” non solo nel metodo, ma nel messaggio. Crede che la scienza debba essere una comunità, non un’isola. Lavora per aprire le porte ai più giovani, per far sì che altri, come lei, possano navigare quel mare tempestoso con speranza e strumenti.

Non solo una scienziata di frontiera: è una narratrice di speranza, una costruttrice di ponti fra la ricerca e la vita, fra l’Italia e il mondo. Il suo, un ritratto da raccontare per chi vuole dare un volto umano alla scienza. Per Bruna Corradetti, ogni giorno la ricerca della meraviglia.

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