“Buone notizie per la scuola”, Valditara ripercorre un 2025 di investimenti e novità
“Buone notizie per la scuola italiana”. A dirlo il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara che ha fatto il punto dell’anno appena trascorso. Al termine del 2025 il quadro, numeri alla mano, appare diverso. Dopo anni di difficoltà strutturali, tensioni sul fronte contrattuale e ritardi negli investimenti, i dati recenti mostrano risorse in crescita, interventi rafforzati sul personale e un avanzamento significativo dei principali obiettivi legati al Pnrr.
La legge di bilancio per il 2026 assegna alla scuola risorse definitive pari a 57 miliardi e 961 milioni di euro, con un incremento di circa 960 milioni rispetto all’anno precedente. Il confronto con le previsioni contenute nella legge di bilancio approvata nel 2024 mostra un aumento di 875 milioni di euro, segno di una correzione al rialzo rispetto alle stime precedenti e, nel confronto storico, le risorse destinate all’istruzione risultano in crescita strutturale.
La buone notizie della scuola: dagli investimenti alle infrastrutture digitali
Nel periodo pre-Covid, gli stanziamenti si attestavano intorno ai 50 miliardi di euro, mentre oggi superano i 57. Un incremento che riflette sia l’aumento del costo del personale sia la volontà di rafforzare il sistema scolastico attraverso investimenti mirati e interventi di medio-lungo periodo. Una parte significativa delle risorse riguarda il personale: il rinnovo contrattuale 2022-2024 ha introdotto aumenti medi mensili di circa 150 euro per i docenti e di 110 euro per il personale Ata.
La prospettiva di completare anche il contratto 2025-2027 consentirebbe di garantire una continuità contrattuale mai registrata prima in un’unica legislatura. Tra le novità più rilevanti, l’introduzione di un’assicurazione sanitaria dedicata al personale scolastico con uno stanziamento di 320 milioni di euro per coprire un milione di lavoratori. Un unicum nella storia del sistema educativo. Sul fronte degli investimenti, un ruolo centrale è svolto dal Pnrr. I dati relativi al 2025 indicano il raggiungimento e, in diversi casi, il superamento dei target Ue. Buoni risultati sono stati raggiunti grazie alle misure contro la dispersione scolastica, che hanno coinvolto circa un milione di studenti. Mentre il tasso di abbandono precoce è sceso all’8,3%, anticipando di cinque anni l’obiettivo europeo 20230.
La digitalizzazione delle scuole ha superato le attese, con 136mila aule innovative e oltre 815mila tra docenti e personale tecnico-amministrativo formati. Interventi su nuove competenze, STEM, orientamento e multilinguismo invece, hanno coinvolto più di 8.000 istituti e 3,7 milioni di studenti.
Per l’infanzia e gli asili nido sono stati investiti 4,6 miliardi di euro, portando la copertura al 36%. Anche mense, edilizia scolastica (oltre 12 miliardi complessivi, 10mila edifici interessati) e fondi per libri di testo sono stati potenziati. Insieme a risorse per attività aggiuntive e figure di supporto come tutor e orientatori. A fronte di questo aumento di risorse e di una nuova concentrazione di investimenti, resta la sfida più complessa. Tradurre i numeri in risultati concreti e duraturi, capaci di incidere sulla qualità dell’istruzione e sulle condizioni di lavoro di chi opera nelle scuole italiane.
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